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SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE

20 Febbraio 2014

Carissime Sorelle,

                           sovente quando le circostanze ci sono sfavorevoli diveniamo più forti perchécapiamo che c’è soloun’unica cosa saggia da fare: confidare nell’onnipotenza di Dio.Noi siamoormai abituate al racconto storico di come Antonio Rosmini lasciò l’agiatezza di Milano per il Monte Calvario, dove scoprì non solo l’assenza dell’amico Loewenbruck, ma anche lasua abitazione: un edificio austero,vicino ad un antico castello diroccato che pare quello delle tentazioni di S. Antonio abate (EA, Vol Ilett.  111).

Il 20 febbraio 1828,Mercoledì delle Ceneri, eglicelebra la Messa, riceve le ceneri sul capo e trascorre i mesi seguenti nel digiuno e nellapreghiera, cercando di discernere ciò che Dio vuole da lui, riguardo alla fondazionedella nuova Società.

Dallelettere scritte in questo periodopossiamo comprendere un poco suoi pensieri e l’esperienzadi queste settimane.

Verso la fine della Quaresima, il mercoledì della Settimana Santa scrive:Io sono qui sopra un monte che, per la sua solitudine, e perché tutto pieno de’ misteri della passione, mi pare un paradiso pieno di dolore. Oh quanto è atto questo luogo a sollevarci nella eternità, in seno a Colui che la abita, in seno della sua misericordia!” (EA,Vol I, lett.116).

Qui, in ‘questo luogo’ di contrasti – la povertà e la solitudine della dimora in contrasto con la bellezza mozzafiato delle montagne circostanti – possiamo intravederel’intimo incontrodi Rosmini con Dio e coglierela sua ricchezza interiore. Questo periodo di discernimento e di attesa è anche un tempo di profonda consapevolezza. E’ daquesta consapevolezzache la sua totale fiducia nella bontà di Dio cresce – una fiducia che è quasi tangibile: cosa mi chiede di essere e di fare lo Spirito di Dio in questa situazione?E qui, duna lettera scritta in maggio, ancora dal Calvario, cogliamo la sua intuizione e la disposizione interiore: “Se è Dio che chiama, debbe garantirli egli, ed è fedele e verace. Alla sua voce ubbidiamo e prestiamo fede alla sua misericordiaabbandoniamoci alla Provvidenza. Se è poco quello che offerite a Dio, sarà sempre gradito, se sarà tutto ciò che avete! Era poco anche ciò che offerse la vedova, ma i suoi due minuti erano accetti, perché era tutto ciò che aveva. San Pietro, lasciando le reti e la barca, lasciò poco, ma poté però confidare, perché aveva lasciato tutto, e dire al Signore: reliquimus omnia. Pensiamo però che nel tutto c’entra non solo il presentemail futuroancora, e tutto ciò che aver potessimo, non che ciò che abbiamo. Se questa è la vostra offerta, confidate nella Provvidenza.(EA, Vol. I, lett. 125)

Qui su ‘questo monte’, – proprio all’inizio della sua ‘visione’di Società si capisce il significato che ha per Rosmini il duplice comandamento dell’amore trovato nei Vangeli sinotticiripreso anchenell’introduzione delle Massime e che riecheggia in tutti i suoi scritti:Amerai il Signore Dio tuo con tutto il  cuore e con tutta lanima e con tutta la mente” “ amerai il prossimo come te stesso” (Mt 22, 37-39).Comprendiamo questo concetto damore totalizzantein Rosmini:egli èpreparato a passare dauno stato contemplativo ad uno attivo; pronto ‘a lasciare Dio per Dio’:io voglio unicamente abbandonare me stesso alla divina Provvidenza, vivere nellumiltà e nella pace, senza desideri,fuorchè della giustizia, senza inquietudine,ma pronto costantemente e attivamente(EA, Vol I, lett.120)

Questa duplice forma di amore può inoltre presentarcila domanda: che cosa sono pronto a sacrificare per la salvezza degli altriIl motivo del darsi diGesù è amore, come l’ha dimostrato al Calvario.

Sono molte le lettere che Rosmini scrive dal Calvario che esprimono i suoisentimenti;queste poche lettereci permettono di entrare in sintonia con ilsuo personale rapporto con Dio in questo tempoedanche capire la sua chiara visione della Società: egli crede e aspetta. Il suo obiettivo è chiaro edegli è sicuro nella volontà di DioIn effettila Società al Monte Calvario è già presente in germe, in attesa di nascere;comunque Rosmini non ha fretta, lascia totalmente se stesso nelle braccia della Provvidenza per il suo futuro.

Questa ‘nuovavisione‘ di Rosmini riecheggianoi oggi, 20 Febbraio 2014.

Con gratitudine ricordiamo il nostro ‘inizio’ sul Monte Calvario mentrecontinuiamo acamminare verso il futuro con ‘tutto ciò che possiamo avere e abbiamo...perché nel tutto entra non solo il presente, ma anche il futuro’. Quando accettiamo i tempi di Dioe ci basiamo completamente su di lui, impariamo a vivere nella speranza e gustare la nostra vita, sperimentando una profonda pace e felicità, perché sappiamo che affidando il nostro ‘tutto‘ a Lui, si realizza il suo disegno per la nostra vita.

Buona Festa della Cella a ciascuna di voi e buon cammino di Quaresima,

seguendo il tema proposto da Papa Francesco:

Si è fatto povero per arricchirci della sua povertà“.

(2 Cor 8,9)

Ci accompagni Maria,colei che è povera in spirito, nel nostro itinerario quaresimale verso la Pasqua.

Aff. c.m.

 


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