
Carissime Sorelle,
Buona Epifania del Signore Gesù!
L’Epifania invita anche noi a far parte del pellegrinaggio dell’umanità, unendoci ai Magi nel loro esterno ed interno percorso di ricerca: essi comprendono il linguaggio della creazione e seguono una stella per trovare il Dio della storia in una stalla, adagiato in una mangiatoia.
Papa Francesco così si esprimeva: “Nella festa dell’Epifania, in cui ricordiamo la manifestazione di Gesù all’umanità nel volto di un Bambino, sentiamo accanto a noi i Magi, come saggi compagni di strada. Il loro esempio ci aiuta ad alzare lo sguardo verso la stella e a seguire i grandi desideri del nostro cuore. Ci insegnano a non accontentarci di una vita mediocre, del “piccolo cabotaggio”, ma a lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello… da Dio, che tutto questo lo è in modo sempre più grande! E ci insegnano a non lasciarci ingannare dalle apparenze, da ciò che per il mondo è grande, sapiente, potente. Non bisogna fermarsi lì. E’ necessario custodire la fede. In questo tempo è tanto importante questo: custodire la fede. Bisogna andare oltre, oltre il buio, oltre il fascino delle Sirene, oltre la mondanità, oltre tante modernità che oggi ci sono, andare verso Betlemme, là dove, nella semplicità di una casa di periferia, tra una mamma e un papà pieni d’amore e di fede, risplende il Sole sorto dall’alto, il Re dell’universo. Sull’esempio dei Magi, con le nostre piccole luci, cerchiamo la Luce e custodiamo la fede. Così sia!” (6 gennaio 2014)
Questi uomini saggi hanno sfidato gli elementi naturali, intraprendendo questo pericoloso viaggio, perché la loro mente era fissa sulla meta da raggiungere: Gesù. Questo evento ci dimostra che il piano di Dio, nella rivelazione di Cristo Gesù, avviene nella fede, nell’adorazione e nella contemplazione. I saggi risposero alla manifestazione di Dio fatta loro nella ricerca di Gesù, e non ci viene detto quello che essi dissero quando lo trovarono, semplicemente sappiamo quello che fecero: “Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono.” (Mt 2, 10). “Fu il loro coraggio umile a consentire ad essi di potersi chinare davanti al bambino di gente povera e di riconoscere
in Lui il Re promesso, la cui ricerca e il cui riconoscimento era stato lo scopo del loro cammino esteriore ed interiore”. (Benedetto, 6 gennaio 2012)
Tramite l’esperienza dei Magi ci viene ricordato che tutti coloro che intraprendono il difficile e a volte rischioso percorso verso la verità, alla fine, quando la scoprono, cambiano per sempre. Non c’è più un ritorno ad una vita ‘normale’. Quando incontriamo Gesù Cristo e veniamo a conoscere chi è veramente, la nostra vita cambia e non è più la stessa di prima – solo quando Lo incontriamo e ci prostriamo e Lo adoriamo nella contemplazione, noi possiamo sperare di iniziare a condividere la sua missione d’amore e di misericordia.
La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, in quest’Anno dedicato alla Vita Consacrata, fa seguire alle lettere “Rallegratevi” e “Scrutate”, una terza “Contemplate”. E’ l’invito a tutti i consacrati a vivere la dimensione contemplativa nelle tante occupazioni della vita quotidiana, a riscoprire la vita di relazione con Dio per guardare con i Suoi occhi l’umanità e il creato: «La dimensione contemplativa diventa indispensabile, in mezzo agli impegni più urgenti e pesanti” – sottolinea Papa Francesco in un’omelia alla Casa Santa Marta – “e più la missione ci chiama ad andare verso le periferie esistenziali, più il nostro cuore sente il bisogno intimo di essere unito a quello di Cristo, pieno di misericordia e di amore» (22 maggio 2015).
All’inizio dell’Anno giubilare, ciascuna di noi è invitata a seguire Gesù, il Volto della misericordia del Padre: «Ogni consacrata e ogni consacrato è chiamato a contemplare e testimoniare il volto di Dio come Colui che capisce e comprende le nostre debolezze (cf. Sal 102), per versare il balsamo della prossimità sulle ferite umane, contrastando il cinismo dell’indifferenza» (Contemplate, 59).
Il Beato Antonio Rosmini riassume con le seguenti parole ciò che significa avvicinarsi alla stalla. In una lettera, scritta il 24 dicembre 1846 alle Suore della Provvidenza, parla chiaramente anche a noi oggi: “Ah! sì, mie care figlie, …introduciamoci col favore della Verginella Madre Maria e di S. Giuseppe in quella spelonca divenuta la reggia del Re dei Re e del Signore della gloria, accostiamoci colla più umile riverenza, ma senza timore, ad offrire i nostri omaggi al Figliuolo di Dio, al Verbo eterno fatto carne per noi, e nato in una stalla, e riposto dentro una mangiatoia di giumenti (che mistero di pietà! che miracolo di misericordia!)… Il cuore adunque presentiamogli, in questi santissimi giorni.” (EA Vol III, Lett 1002).
Rendiamo grazie a Dio per le Sorelle che, proprio in questi giorni, iniziano il loro pellegrinaggio alla scoperta di Gesù: per le 14 Juniores che hanno rinnovato i Voti e le 4 Novizie che hanno emesso i Primi Voti il 3 gennaio a Muheza, Tanzania.
Mentre anche rendiamo grazie a Dio per tutte le persone – vive e defunte – che hanno finora fatto parte del nostro tragitto percorso, cerchiamo di diventare “epifanie” dell’amore misericordioso e della bontà l’una per l’altra e per tutti coloro che incontreremo nel nostro pellegrinaggio durante il 2016.
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