venerdì, 11 ottobre 2024
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Italy1.png Mie care Sorelle …

Carissime Sorelle,
la 50ma GIORNATA MONDIALE
DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI 2016, il cui tema
è “Comunicazione e misericordia: un incontro
fecondo”, coincide, l’8 maggio, con la Solennità
dell’Ascensione del Signore, la domenica che precede
Pentecoste.
L’Ascensione rappresenta un ‘ponte’ di comunicazione tra la vita terrena di Gesù e la venuta dello Spirito
Santo. “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di
verità” (Gv 14, 16-17) e “è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito…
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”(Gv 16, 7, 13)
Nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni, Papa Francesco invita tutti a riflettere sulla
profonda interazione tra “Comunicazione e Misericordia”. Il Tema sottolinea che il potere di una buona comunicazione
è in grado di aprire al dialogo, alla comprensione reciproca e alla riconciliazione, consentendo in questo
modo agli incontri umani di svilupparsi e di prosperare. Comunicazione, dice il Papa, è “un dono di Dio, ed è
anche una grande responsabilità”; egli presenta il “potere della comunicazione come ‘prossimi tà’… In un
mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare con misericordia significa contribuire alla buona, libera e
solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità.”
In questo contesto, come Suore Rosminiane, già ci siamo soffermate sulla sfida di esaminare la nostra identità
a livello personale, familiare, comunitario … (Vedi Doc. Camminando verso il futuro, pag. 9)
Oggigiorno, nella società, si pone grande enfasi sul come migliorare le proprie condizioni; in genere le persone
sono sempre alla ricerca di nuovi modi per rendere migliore la propria vita. Le pubblicità abbondano di informazioni
riguardanti la dieta, la necessità dell’esercizio fisico e di innumerevoli prodotti che affermano di
procurare la giovinezza eterna. Da un parte molte persone cercano di cambiare o di migliorare il loro aspetto o
la loro immagine; dall’altra altre partecipano a conferenze e colloqui, cercano consulenti e psicologi, trascorrono
del tempo in ritiri: tutto perché vogliono cambiare, migliorare la loro vita.
Che dire di noi stesse? Se potessi cambiare qualcosa di me stessa, cosa cambierei?
In questo tempo pasquale, mentre percorriamo il cammino verso la Pentecoste, guardiamo a quanto è
accaduto nella prima Pentecoste: Dio cambiò la vita di quelle persone. Anche se gli Apostoli credevano in Gesù
come il loro Salvatore, tuttavia continuavano ad essere confusi circa la sua regalità; non capivano pienamente
la sua missione e, di conseguenza, si mostravano timorosi e confusi. Prima della sua Ascensione, Gesù promise
loro: “Ma voi riceverete la forza dello Spirito Santo, che scenderà su di voi, e allora mi sarete testimoni (At 1,8)

È solo quando gli Apostoli e le donne, insieme a Maria, la Madre di Gesù, sono riuniti in preghiera nella «stanza al piano superiore» che questa promessa si compie, e un grande cambiamento avviene: “Erano tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in diverse lingue, come lo Spirito dava loro il potere.” (At 2,4) Pietro, che come abbiamo visto aveva rinnegato Gesù, ma era stato raggiunto dal suo sguardo di amore e di perdono, ora è ancora più determinato e, infuocato dallo Spirito Santo, proclama con fede: “Dio ha risuscitato questo uomo Gesù alla vita, e noi tutti siamo testimoni … egli ha ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che è stato promesso e ciò che si vede e sente è l’effusione lo spirito. (At 2, 32-33) Le parole di Pietro “trafissero il cuore” di chi lo ascol-tava ed egli, con rinnovata fiducia e con parole piene di misericordia, li invita a convertirsi e a farsi battezzare nel nome di Gesù Cristo: “Allora riceverete il dono dello Spirito Santo. Questa promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, per quanti ne chiamerà a se stesso il Signore nostro”. (cfr Atti, 2, 37-40) Questi cambiamenti avvennero mentre gli Apostoli si trovavano tutti insieme in preghiera – è la nascita della Chiesa. Essi venivano così confermati nella nuova comunicazione, parlando lingue diverse, “un dono di Dio, che è anche una grande responsabilità”.
Il Messaggio per la Giornata della comunicazione ribadisce questa trasformazione: “è proprio del linguaggio e delle azioni della Chiesa trasmettere misericordia, così da toccare i cuori delle persone e sostenerle nel cammino verso la pienezza della vita, che Gesù Cristo, inviato dal Padre, è venuto a portare a tutti.”
Come gli Apostoli nella Chiesa primitiva, noi pure possiamo essere trasformate – dal momento che siamo conti-nuamente chiamate alla conversione e ad una maggiore comunicazione. Anche a noi viene affidato di nuovo dallo Spirito Santo questo potere, così che questo Anno Giubilare “vissuto nella misericordia, ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione” (Misericordiae Vultus, 23)
Papa Francesco ci ricorda che, in sostanza, la comunicazione è una conquista profondamente umana. Non è mai semplicemente il prodotto dell’ultima o più sviluppata tecnologia, ma diventa reale nel contesto di una relazione interpersonale profonda. Questo ‘Messaggio’ per la Giornata delle comunicazioni è ricco di saggezza e ci farà bene, in attesa della Pentecoste, riflettere su tutto il testo. Intanto, facciamo nostre le seguenti sfide che possono essere vissute solo con la grazia dello Spirito Santo:
 Ciò che diciamo e come lo diciamo, ogni parola e ogni gesto dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti.
 Siamo chiamati a comunicare da figli di Dio con tutti, senza esclusione.
 La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società.
 Com’è bello vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia.
 Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli.
 a riscoprire il potere della misericordia di sanare le relazioni lacerate e di riportare la pace e l’armonia tra le famiglie e nelle comunità.
 In tutti questi casi la misericordia è capace di attivare un nuovo modo di parlare e di dialogare.
 Lo stile della nostra comunicazione sia tale da superare la logica che separa nettamente i peccatori dai giusti.
 Pensare alla società umana non come ad uno spazio in cui degli estranei competono e cercano di prevalere, ma piuttosto come una casa o una famiglia dove la porta è sempre aperta e si cerca di accogliersi a vicenda.
 Comunicare significa condividere, e la condivisione richiede l’ascolto, l’accoglienza.
 Questa verità è, in definitiva, Cristo stesso, la cui mite misericordia è la misura della nostra maniera di annunciare la verità e di condannare l’ingiustizia. È nostro precipuo compito affermare la verità con amore (cfr Ef 4,15). Solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e misericordia toccano i cuori di noi peccatori.

Sia questo tempo pasquale, dall’Ascensione alla Pentecoste, una benedizione per ciascuna di noi, per le nostre Comunità e per la Congregazione, così che possiamo rallegrarci dell’amore del Signore riversato nei nostri cuori per mezzo del suo Santo Spirito. Anche noi dobbiamo “Togliersi i sandali sulla “terra santa” dell’incontro con l’altro che mi parla (cfr Es 3,5). Saper ascoltare è una grazia immensa, è un dono che bisogna invocare per poi esercitarsi a praticarlo.” (Papa Francesco, Messaggio 2016)
A Dio piacendo, parteciperò dal 9 al 13 maggio, a Roma, alla XX Assemblea Plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali; più di 900 Religiose, Leaders di altrettante Congregazioni femminili di vita apostolica, provenienti da tutti i continenti, si incontreranno intorno al tema “Tessere la Solidarietà Globale per la Vita”. Le sfide che interpelleranno le partecipanti ruotano intorno ad alcuni “segni dei tempi” come la Terra-Casa co-mune, le Periferie esistenziali e sociali e la risposta apostolica come Donne consacrate. Questa XX Assemblea coincide anche con la chiusura del Giubileo dell’UISG, 1965-2015.

La Congregazione ha inviato, tramite la Caritas, una donazione a favore del popolo dell’Ecuador colpito dal recente terremoto.
Chiediamo allo Spirito Santo di entrare nei cuori di tutti coloro che non hanno alcun rispetto per il Signore e per l’umanità e di confortare le persone che vivono nella miseria e nella paura.
Unite in preghiera e in attesa della potenza dello Spirito Santo.

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