venerdì, 13 settembre 2024
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Italy1.png Mie care Sorelle …

 

CONGREGAZIONE
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
Via Aurelia, 773 ROMA

Carissime Sorelle,
durante l’anno Giubilare che stiamo vivendo, abbiamo sicuramente avuto modo di ascoltare e leggere bellissime ed incoraggianti ‘parole’ sul tema della <Misericordia>.

Ciò che una persona dice o scrive può avere in noi una risonanza e rimanere nella nostra memoria, ma ancora di più è il modo in cui una persona si comporta che ha il potere di toccare la nostra vita.
Avvicinandoci anche quest’anno al 1 Luglio, Anniversario della morte del Beato Antonio Rosmini, riandiamo con la mente alla < vita > del nostro amato Padre Fondatore. Durante la sua vita sono state numerose le persone, e di ceti sociali diversi, che hanno comunicato e discusso con lui su un’ampia varietà di tematiche. Così anche negli ultimi mesi e giorni della sua vita ‘cresceva il numero dei visitatori dell’illustre infermo ’ (Giovanni Pusineri, Rosmini, ed. Sodalitas).
Dalle diverse testimonianze, sappiamo che durante il corso della malattia la sua personalità rimase invariata e costante: anche nei suoi ultimi giorni egli manifestava una disposizione al perdono, alla compassione e alla gratitudine. Inoltre ‘si mantenne dolce, pacifico e tranquillo e non parlò mai dei dolori e delle persecuzioni sofferte negli anni precedenti… Il 14 giugno 1855, mentre i confratelli inginocchiati intorno al suo letto avevano incominciato a chiedergli perdono per le mancanze commesse e la poca corrispondenza alle sue cure, Rosmini li interruppe dicendo di non aver mai sentito l’amarezza nei confronti di alcuno’ perché “vi ho sempre amati … desiderandovi ogni bene … Chiedo dunque perdono a voi e a tutto l’Istituto che la Provvidenza volle affidare alle cuore della mia povera persona.” Inoltre invitava i presenti a ‘consolarci in quanto, pur in tutta la nostra debolezza, abbiamo la misericordia di Dio, sempre pronto a perdonarci’ (cfr. Pusineri, pag. 229-230)

Chi lo visitava non poteva far a meno di notare la luminosità sulla sua faccia… il suo dolce sorriso, abituale.
Il 17 giugno, a seguito di una delle sue tante visite a Rosmini, Manzoni descriveva le impressioni avute sui sentimenti dell’Amico in una lettera alla moglie, donna Teresa: “in quanto allo stato d’animo, se vuoi fartene un’idea ben più sincera e più viva di quello che ne potrebbero dare le mie parole, ramméntati di quando l’hai sentito lui, nei momenti della miglior salute, parlare dei disegni, sempre sospirati e sempre amorosi, di Dio sopra di noi. Nei suoi patimenti e in quello di peggio che si può prevedere, e che prevede anche lui, non trova che da ringraziare”. Nelle due settimane seguenti Manzoni tenne informate le persone amiche: “… la serenità,l’amabilità è sempre quella…” e il 27 giugno, scrivendo a suo genero, ribadiva: “Quello che si mantiene nel suo stato abituale è l’animo. La rassegnazione o meglio il pieno e naturale consenso alla volontà del Signore, e la serenità che ne è la conseguenza, si sentono in ogni suo detto, si vedono in ogni suo atto e in quel suo sorriso, non mutato in un aspetto tanto mutato …” (cfr. Pusineri, pag 233-234)

Con queste poche note si è tentato di evidenziare la figura umana e spirituale di Rosmini, sottolineando i sentimenti che lo ispirarono e accompagnarono in tutta la sua svariata attività, ma soprattutto si è voluto descrivere la sua ‘anima’ attraverso le parole degli amici, delle persone vicine e dei suoi testimoni oculari.
In esse c’è un assaggio della misericordia e della tenerezza, che ci rivelano chiaramente la personalità di Rosmini e l’esperienza di una vita ben vissuta.
Anche noi possiamo attingere qualcosa di nuovo dal patrimonio degli scritti e della spiritualità del nostro Fondatore! Mi chiedo: cosa posso imparare io, <oggi>, dalla vita e dalla morte di A. Rosmini?

Noi non abbiamo alcun controllo sulle parole e sulle azioni di altre persone, ma possiamo avere il controllo sulle nostre parole ed azioni. Quando qualcuna di noi si lascia andare a commenti scortesi o ad atti che creano sofferenza e negatività, noi possiamo essere tentate di reagire. Nel riflettere sull’esempio di Rosmini, sulla sua tensione ‘alla sola e pura verità armonizzata con la più delicata carità fraterna’, chiediamogli di aiutarci a diventare persone integre, compassionevoli, d’animo buono verso tutti, comunque si comportino gli altri, e vivere contente e serene la nostra vita.

 

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Durante questo anno, nonostante il tentativo fatto di mantenere la nostra presenza in Dublino, si è reso necessario ritirare le Sorelle della Comunità, e recentemente, il 1° giugno, la nostra casa è stata venduta.

Allo stesso modo, la Provvidenza ci sta dirigendo a ritirare le Sorelle della Comunità in Rovereto, dopo aver affrontato le difficoltà di presenza per le gravi malattie e i problemi di salute delle Sorelle stesse; al momento inoltre che non c’è la possibilità di una loro sostituzione, in questa loro missione carismatica. L’azione educativa in favore dei piccoli dell’Asilo non verrà meno, in quanto, già da molti anni, la realtà scolastica è gestita da laici.

La chiusura di un’opera o di una Comunità, in qualunque realtà essa sia inserita, provoca sempre tristezza. Per quanto riguarda, Rovereto, la città natale di Rosmini, nostro Padre Fondatore, continuando la presenza dei Padri Rosminiani e l’eredità culturale, rimane sempre un’apertura, se in futuro la Provvidenza ci vorrà richiamare.

Grazie a tutte le Sorelle che, nel corso di molti anni, con entusiasmo e sacrificio sono state parte attiva di questa missione, promuovendo con la loro testimonianza la fede nel Signore.
In queste ultime settimane Sr Francesca Saveria è in Tanzania dove sta accompagnando le tre Juniores, Sr Marieta Philipo Maingi, Sr Anna Kilian Sanduku e Sr Helena James Kioko, nella preparazione alla Professione Perpetua, e il 1 Luglio 2016 a Muheza, come mia Delegata, riceverà i loro Voti.
Mentre le ricordiamo nella preghiera ci uniamo anche a tutte le Sorelle che celebrano con giubilo l’Anniversario della loro vita religiosa!

Auguri e Buon 1° Luglio a tutte!
Aff. c.m.

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