Dall’Ascensione alla Pentecoste 2014
Mie carissime Sorelle,
partecipando alle diverse celebrazioni dell’anno liturgico, ricordando l’annunciazione dell’angelo a Maria e le significative parole “ed ella concepì per opera dello Spirito Santo“, noi riusciamo a conoscere meglio Dio e il suo immenso amore per noi, manifestato nel mandare nel mondo il suo unico Figlio Gesù. E’ provvidenziale che quest’anno la ‘Giornata Mondiale delle Comunicazioni’ coincida con l’Ascensione. Che meraviglioso modo di collegare le imminenti feste dell’Ascensione e Pentecoste!
“Egli dipartì dai nostri occhi, affinché ritornassimo al nostro cuore, ove trovarlo.”
(S. Agostino, Confessioni, Libro IV, XII)
Prima di ritornare al Padre, Gesù dichiara: “ho ancora molte cose da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lo Spirito di verità, Egli vi guiderà a tutta la verità” (Gv 16, 12-13), e promette ai suoi discepoli: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre”. (Gv 14, 15-16) Per i primi discepoli questi dieci giorni sono giorni di attesa, senza sapere per quanto tempo essa sarebbe durata. Per di più Gesù li convince dicendo:“è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi”. (Gv 16,7)
Nel suo messaggio per la ‘Giornata delle Comunicazioni’ dal titolo ‘Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro’ (che vi consiglio di leggere), Papa Francesco sottolinea che ‘il mondo dei media ha bisogno di essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane; egli definisce il potere della comunicazione come “prossimità”, dalla parabola del buon samaritano, la quale è anche una parabola del comunicatore. Non basta passare lungo le “strade” digitali, cioè semplicemente essere connessi; occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero. Non possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed essere amati. Abbiamo bisogno di tenerezza… Il coinvolgimento personale è la radice stessa dell’affidabilità di un comunicatore’.Egli ci pone alcuni interrogativi:
Come la comunicazione può essere a servizio di un’autentica cultura dell’incontro?
Che cosa significa per noi discepoli del Signore, incontrare una persona secondo il Vangelo?
Come è possibile, nonostante tutti i nostri limiti e peccati, essere veramente vicini gli uni agli altri?
E troviamo la risposta: “Comunicare bene ci aiuta ad essere più vicini e a conoscerci meglio tra di noi, ad essere più uniti. I muri che ci dividono possono essere superati solamente se siamo pronti ad ascoltarci e ad imparare gli uni dagli altri. Abbiamo bisogno di comporre le differenze attraverso forme di dialogo che ci permettano di crescere nella comprensione e nel rispetto. La cultura dell’incontro richiede che siamo disposti non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri”. Non è questo ciò che accadde a Pentecoste? Non è questa la stessa potenza dello Spirito Santo nella nostra vita oggi?
L’esperienza della Pentecoste avviene quando i discepoli si trovano insieme: ‘all’improvviso tutti, colmati di Spirito Santo, incominciano a raccontare “le grandi opere di Dio” nelle diverse lingue e ciascuno li sente parlare la propria lingua’. Papa Francesco, nel messaggio sulla comunicazione, ci invita allo stesso modo a ‘recuperare la calma e la capacità di fare silenzio per ascoltare’; ad ‘essere pazienti’ nella comprensione, ‘accogliendo pienamente chi è diverso da noi’, perché “se siamo veramente desiderosi di ascoltare gli altri, allora impareremo a guardare il mondo con occhi diversi e ad apprezzare l’esperienza umana come si manifesta nelle varie culture e tradizioni“. Similmente S. Paolo ci esorta a vivere ‘in maniera degna della chiamata ricevuta’, ad essere consapevoli dell’azione dello Spirito di Dio in noi, ‘comportandoci con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandoci a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione’. (cfr Ef 4, 2-4)
La venuta dello Spirito Santo a Pentecoste è il compimento della promessa di Dio: “io toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne… Porrò il mio spirito dentro di voi e voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”(Ez 36, 26-28); ciò ha innumerevoli implicazioni per la missione della Chiesa ed anche per noi. E’ l’inizio di una nuova creazione: il culmine della storia della salvezza compiuta nella nascita, vita, morte, risurrezione e ascensione di Gesù, fino all’effusione dello Spirito Santo. E questo non è solo per i dodici, ma per tutte le genti, rendendo noi pure testimoni della risurrezione: ‘rinnovati nella mente per rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità’. (cfr Ef 4,23-24)
Parlando della rivoluzione compiuta dai mezzi di comunicazione, Papa Francesco auspica che la ‘comunicazione riesca a portare calore e ad accendere il cuore’ e la descrive come “una grande e appassionante sfida, che richiede energie fresche e un’immaginazione nuova per trasmettere agli altri la bellezza di Dio”. Lo stesso vale per le persone di nuovo inondate dalla vera gioia data dallo Spirito Santo: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?”. (1 Cor 3,16)
Mentre in questo tempo pasquale preghiamo con gratitudine per ottenere ‘un cuore di carne’ per comprendere l’inabitazione dello Spirito divino, sappiamo anche che, inevitabilmente, ci sono momenti in cui “possiamo essere tentati di lasciarci prendere dalla pigrizia o peggio dallo sconforto, soprattutto di fronte alle fatiche e alle prove della vita. In questi casi, non perdiamoci d’animo, invochiamo lo Spirito Santo, perché con il dono della fortezza possa sollevare il nostro cuore e comunicare nuova forza ed entusiasmo alla nostra vita e alla nostra sequela di Gesù”. (Udienza generale, 14 maggio 2014)
“Preghiamo tutti insieme uniti come pregavano gli Apostoli con MARIA Vergine nel cenacolo,
che quello Spirito d’orazione e di divina carità preghi nei nostri cuori” (A. Rosmini, Lett. del 17 maggio 1850)
Chiediamo allo Spirito Santo, mediante continue preghiere,
il dono dell’intelletto per discernere, penetrare e capire le verità della fede,
il dono della sapienza, per giudicare rettamente delle cose di Dio;
il dono della scienza, per giudicare rettamente delle cose umane; e
il dono del consiglio per dirigere noi stesse applicando le verità conosciute alle opere particolari della vita. (Rosmini, VI Massima)
Sabato scorso, con le sorelle di Roma ho fatto un pellegrinaggio alla Madonna del Divino Amore, dove siamo state unite a voi in spirito, pregando per ciascuna di voi e per le necessità di ogni realtà della Congregazione. Come lo Spirito Santo ha riempito il cuore di Maria con il ‘Divino Amore’, così chiediamo che lo Spirito Santo accenda in noi il fuoco del suo amore.
Vi chiedo inoltre di pregare perché lo Spirito Santo guidi la prossima riunione del membri del Consiglio Generale -Leadership Team- che si terrà a Stresa, dal 26 giugno al 4 luglio, partecipando così il 1° luglio alla celebrazione in ricordo del beato Antonio Rosmini.
Pentecoste è la solennità appropriata per avviare l’unione di preghiera tra le nostre diverse comunità, come suggerito nell’opuscolo dell’ ‘Anno delle Vocazioni‘, per accrescere la conoscenza, l’amicizia e il sostegno reciproco.
L’elenco delle comunità associate è allegato.
Buona Festa dell’Ascensione e della Pentecoste!
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