CONGREGAZIONE
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
Stresa, 1 Luglio 2014
Carissime Sorelle,
anche noi conosciamo l’esperienza di stare
accanto a persone a noi care che si trovano nelle ultime ore
di vita, cercando di intuire se sono ancora coscienti, se sono in
grado di riconoscere chi sta loro accanto, se riescono a sentire;
e quando effettivamente si mettono a parlare noi siamo tese a
captare ogni loro parola. Posso così raffigurarmi Manzoni con
Rosmini negli ultimi giorni di vita.
Manzoni diventa un ‘canale umano’, un ‘ponte’ che trasmette
un messaggio prezioso per tutti i Rosminiani, da allora in poi. Di fronte alla realtà di perdere così presto il suo caro amico, egli esprime il desiderio che era sicuramente nei cuori di tutti i seguaci di Rosmini: “la sua presenza tra noi è troppo necessaria” e “il Signore La voglia conservare ancora tra noi, e darle il tempo di condurre a termine le tante belle opere che ha cominciate”. Ma Rosmini, fedele al suo animo, come noi lo conosciamo in tutta la sua vita, afferma: “le opere che Dio ha co-minciato, Egli le finirà con quei mezzi che ha nelle sue mani, che sono moltissimi, e sono un abisso al quale noi solo possiamo affacciarci per adorare.” Noi possiamo percepire, attorno a questo letto, l’atmosfera del sacro: la devota e silenziosa adorazione di Dio e di ciò che la Sua volontà di-spone ora per lui.
La risposta all’immediata domanda di disperazione di Manzoni <Che cosa faremo noi?>, più che l’insieme di semplici parole per Manzoni, è invece un’eredità per ognuna di noi: ‘Adorare, tacere, godere’; così è anche il gesto di amore e di amicizia che “l’infermo commosso da straordinario affetto, strinse più forte la mano al Manzoni, e tirandola a sé le impresse un bacio”.
Rosmini, uomo di fede, consumò la sua vita in unione con Dio, adorando e vivendo della Sua Provvidenza, ovunque lo dirigesse: lo ricordiamo al Calvario in attesa che Dio gli mostrasse la via da seguire. Così queste ultime ore della sua vita terrena non sono diverse: “Sono nelle mani di Dio, e perciò bene”. Lo vediamo “desiderare”, gioire dell’oggettiva vicinanza della morte; le parole di san Paolo suonano per lui vere: “Rallegratevi sempre nel Signore, il Signore è vicino”. (Fil 4,4) (cfr. G. Rossi, La Vita di Antonio Rosmini, Vol. 2, p. 504-505)
Questa è l’essenza del carisma che abbiamo ereditato, la nostra personale chiamata alla santità, e ciò è vitale per la comune missione di seguaci del nostro Fondatore, Beato Antonio Rosmini. Forse possiamo stare in silenzio e riaccendere dentro di noi quella fiamma profonda e meravigliosa della nostra prima chiamata – l’incontro con la Persona di Cristo -, mentre rendiamo grazie per tale splendido dono. Questa fiducia è espressa nella scritta posta sulla porta della cella a Stresa: “In silentio et in spe erit fortitudo vestra”, e lo stesso pensiero è riportato in altre parole sulla porta della cella al Calvario: “Bonum est praestolari cum silentio salutare Dei”.
Mentre ringraziamo il Signore per questo giorno, il mio augurio per tutte noi è di essere benedette nella nostra vocazione, con una rinnovata comprensione dei sentimenti racchiusi nelle parole:
< Adorare, tacere, godere >.
Buon 1° Luglio!
Auguri vivissimi a tutte le Sorelle che celebrano con giubilo l’anniversario della loro vita religiosa!
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