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Congregazione

Suore della Provvidenza Rosminiane

Via Aurelia, 773                 

                                                                                                                                                                                                                                          

Roma, 18 Novembre 2014

Care Sorelle,

siamo già al settimo anno

da quello storico e beato giorno!


Camminando per le strade di Rovereto, un paese circondato da una grande bellezza naturale, visitando per la prima volta la ‘Casa Natale’, dove Antonio Rosmini nacque e maturò, nella ricca e nobile famiglia, circondato dai famigliari e dai libri, dove visse anche dopo la sua ordinazione curando gli affari di famiglia e continuando i suoi studi, un pensiero riempiva la mia mente: questo è il luogo che nutrì un ‘Santo’.

Cosa ha reso Antonio Rosmini un santo? La santità della vita: “ciò che Dio vuole è la vostra santificazione” (Tess 4: 3). E la santità è al centro della missione della Chiesa di Gesù Cristo [Leggiamo ancora la 2a e 3a Massima]

Padre Michael Hill, rosminiano, nella sua recente biografia scrive: “L’eredità più grande di Rosmini sta nell’ambito dello spirito ed è questo che ancora fiorisce nella vita dei suoi seguaci. Nella misura in cui essi vivono e professano i suoi principi spirituali, specialmente le Massime, mantengono Rosmini vivo e attuale. A dispetto delle sue grandi conquiste intellettuali, Rosmini rimase un umile uomo di preghiera. Allo stesso modo di San Tommaso ritenne la sua filosofia come paglia, a confronto della sua visione di Dio. Rosmini è giustamente acclamato per la sua santità”. (Antonio Rosmini – Persecuted Prophet, 2014, p 246)

Ai primi anni pieni di progetti di vita seguono anni di incomprensioni e censure. Scrivendo alla cugina si riferisce alla propria esperienza: “Non crediate però che debba essere sempre bonaccia: verranno altri venti, altre tempeste: ma il naufragio non verrà mai, mia cara Caterina, perché il pilota della vostra barchetta è GESÙ Cristo; e voi non avete da fare altro che da affidare alle sue mani tutta la vostra sorte. Oh felicissima necessità di abbandonarsi tutta a GESÙ Cristo, che quand’anco sembra dormire, ha il cuore però vigilante sopra di voi, e sopra tutti quelli che in lui si confidano!… Confidenza adunque, ma sempre uguale ed illimitata: confidenza tanto nella calma, quanto nella burrasca; tanto quando il corpo sta bene, che quando sta male; tanto quando le cose vanno a seconda, che quando vanno a ritroso del proprio desiderio…”(Stresa, 16 Novembre 1843, a Caterina Rosmini a Domodossola, Vol 3 Lett 798). Questa è in effetti la descrizione della propria vita e di ciò che ha contribuito a fare di lui un vero discepolo di Gesù Cristo.

L’esempio della vita del Beato Antonio Rosmini ci incoraggi nel cammino di santità così da: “desiderare unicamente e infinitamente di piacere a Dio… per diventare sempre più giusto, più buono“!

Aff. c.m.

 

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