
CONGREGAZIONE
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
Via Aurelia, 773
ROMA
Solennità dell’Annunciazione, 25 Marzo 2015
Mie care sorelle,
anzitutto ringrazio il Signore e Sr Francesca Saveria con le Sorelle per la meravigliosa esperienza fatta recentemente nella mia visita in India, sia in Kerala che a Maharashtra: due realtà nella quale ci sono molti e chiari segni di vita e dove le Sorelle sono pienamente e gioiosamente coinvolte nella Chiesa locale. In entrambe i luoghi, molteplici sono gli aspetti legali e fiscali da affrontare per adeguarsi alle norme locali, oltre ai numerosi incontri con i Vescovi, gli avvocati, e alle lunghe distanze da percorrere.
Camminando su quella terra, in un Paese come l’India, dove le grandi distanze sono date per scontate, la mente si riempie di gratitudine, insieme con ogni altra sorta di emozioni. E’ in questo contesto che ho iniziato a considerare l’Annunciazione.
Maria ascolta il messaggio dell’Angelo: è chiamata a diventare la madre del Verbo incarnato e, quasi nello stesso tempo, scopre che Elisabetta, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio. Questa duplicità dell’Annuncio contribuisce a confermare il ‘sì’ di Maria.
Lo Spirito Santo ha steso su Maria la sua ombra formando nel suo corpo una rapporto stretto con Gesù: il bambino inizia a crescere nel suo seno e lei porta la presenza reale di Dio nel mondo. Maria, creando questa relazione con Gesù, riceve la possibilità di creare nuove relazioni con gli altri in Cristo. Ella non tiene questa gioiosa rivelazione in se stessa e per se stessa. Piuttosto Maria ascolta e crede nel messaggio che ‘nulla è impossibile a Dio’, sia in riferimento a se stessa che a Elisabetta e, di conseguenza, non appena il Verbo incarnato è concepito nella sua carne, Maria và, con gioiosa gratitudine, concentrata sul suo dirigersi con compassione verso la cugina, ‘in fretta’, non curante del lungo viaggio e della natura del terreno davanti a sé.
Maria è un simbolo, di più, è Realtà ripiena dello Spirito di Dio, della Parola di Dio, investita di una missione: Maria dice ‘sì’ ad un futuro che non conosce; lascia che Dio agisca nella sua vita, lascia fare quello che Lui vuole senza cercare di capirlo. La storia dell’Annunciazione rispecchia la vita del discepolo, la nostra vita: ciò che accade a Maria accade a noi. Dio avvia un dialogo, noi abbiamo paura, dubitiamo; Dio dimostra che ciò che sembra impossibile, E’ possibile se ci fidiamo; allora noi ascoltiamo e diciamo ‘sì’ e, finalmente, con la sua grazia, siamo in grado di portare qualcosa di nuovo nel mondo.
Anche in noi riecheggiamo le parole di Maria, “Come è possibile?”, nei tempi di sorpresa, di devozione, digratitudine, unitamente a qualcosa che va oltrele nostre circostanze immediate. Può esseresemplicemente il rimanere in silenzio, inascolto dei suonidella naturao della musica, attratti dal fascino di un tramonto o da un’eclissi, sostenendo in bimbo appena nato o sperimentando il perdono... E’ inunmomentocome questo– il momento dell’Annunciazione – quando una nuova possibilità, un nuovo significato, una nuova speranza, una nuova vita… che, in ultima analisi, la presenza di Dio si fa realeper noi,in una situazioni quotidiana.
Siamo circondati daquesti momenti, da spazi di silenzio nei qualiincontriamoDioe diventiamo ‘piene di grazia‘, nonostante la nostrafragilitàe il peccato. Diceva Thomas Merton: “Al centro del nostro essere vi è un punto di non esistenza, non toccato dal peccato e dall’illusione, un punto di pura verità, un punto o scintilla che appartiene interamente a Dio, che non è mai a nostra disposizione, un punto tramite cui Dio dispone delle nostre vite, inaccessibile alle fantasie della nostra mente o alle brutalità della nostra volontà. Questo piccolo punto di nulla e di assoluta povertà è la pura gloria di Dio in noi. È, per così dire, il suo nome scritto in noi – la nostra povertà, la nostra indigenza, la nostra dipendenza e la nostra condizione di figli. È come un diamante puro, che brilla della luce invisibile del cielo. È in tutti noi, e se riusciamo a vederla vedremo miliardi di luci che si uniscono nel sole, grazie al quale svanirà completamente l’oscurità e la crudeltà della vita.… Le porte dei cieli sono ovunque.” (Diario di un testimone colpevole).Leparole di questo Maestro spirituale, a 100 annidella nascita, ci sfidano a vivere in profondità la contemplazione, la compassionee l’unità; un’eredità fatta diprofonda preghierache portaall’azionee all’impegno perla giustizia.
In questo anno di grazia dedicato alla Vita Consacrata e alle Vocazioni, ci vengono fatti due inviti.
Il primo, in ‘Rallegratevi‘, con l’esortazione: “in coloro che si incontrano con Gesù … sempre nasce e rinasce la gioia”; Dio ama e chiama ciascuno di noi per nome,richiamandoil saluto a Maria “Rallégrati … il Signore è con te”. Il secondo, in ‘Scrutate’: “Non opporre resistenza allo Spirito Santo: è questa la grazia che io vorrei che tutti noi chiedessimo al Signore; la docilità allo Spirito Santo, a quello Spirito che viene da noi e ci fa andare avanti nella strada della santità, quella santità tanto bella della Chiesa. La grazia della docilità allo Spirito Santo…”riecheggia ancora l’annuncio a Maria: “Lo Spirito Santo scenderà su di te … perciò colui che nascerà sarà santo”.
Alla fine di questo Anno Vocazionale leggiamo e facciamo nostre le parole del Discorso alle religiose, di Papa Giovanni Paolo II, a Torino, il 4 settembre 1988: “Ora, ecco un compito per voi: essere i segni di questo nuovo tipo di relazioni, di questa nuova parentela, non in modo astratto, ma nel concreto tessuto della vostra esistenza, come una progressiva riscoperta del modo di essere discepoli di Gesù in ogni momento e condizione di vita. […] Nella Chiesa voi incarnate il compito di Maria santissima. Non distogliete mai lo sguardo da Maria; ascoltatela quando dice «Fate quello che Gesù vi dirà»” (Gv 2, 5). Pregatela anche con quotidiana premura, perché il Signore susciti di continuo anime generose, che sappiano dire di ‘sì’ alla sua chiamata”. (e’ possibile trovare il discorso in internet)
Riflessione
Carissime Sorelle, siamo qui, l’una per l’altra, per creare l’umana bontà e la compassione e per ‘fare la differenza’ nel mondo.
Sono io sveglia per sentire l’inaspettato sussurro dello Spirito Santo?
Chi sono, nella mia vita, le ‘Elisabette‘ per le quali percorrerei la distanza che ci separa? C’è qualcuna che ignoro, dalla quale mi allontano, o anche respingo?
All’inizio di quest’Anno delle Vocazioni abbiamo focalizzato le paroledi PapaFrancesco: “La vocazione scaturisce dal cuore di Dio e germoglia nella terra buona del popolo fedele, nell’esperienza dell’amore fraterno” (Lettera 2 febb 2014),
Che cosa è cambiato nella mia vita in questo anno?
Che cosa mi sono impegnata a fare di nuovo?
Che cosa mi sono impegnata a fare per gli altri?
Buona Festa dell’Annunciazione a ciascuna di voi!
Un gioioso ricordo nel giorno del compleanno del Beato Antonio Rosmini!
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