lunedì, 2 dicembre 2024
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Italy1.png Mie care Sorelle …

 
 

Carissime sorelle,

dopo la risurrezione di Gesù, Pietro è ricolmo di Spirito Santo e noi ci troviamo tra la folla ad ascoltarlo per la prima volta (Vedi Atti 10, 36-42). Egli parla in un modo familiare, come uno che conosce personalmente Gesù e ciò che è accaduto a Gesù, sintetizzando così ciò che significa essere cristiani: il cristianesimo è una relazione con la Persona di Gesù.
Pietro ci dice: “Voi conoscete…
– il messaggio che Dio ha inviato…recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti;
– ciò che è accaduto…cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth;
– il quale passò beneficando e risanando tutti…perché Dio era con lui;
– e lo uccisero appendendolo ad una croce;
– ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse…a testimoni prescelti da Dio”.

Inoltre Pietro fa una dichiarazione considerevole che, se ci credessimo davvero, la nostra vita cambierebbe per sempre; egli spiega che Gesù è stato visto ‘da noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui’ – la più ordinaria delle azioni è a fianco alla più straordinaria – ‘dopo la sua risurrezione dai morti’.
Pietro ed i discepoli sono trasformati e, abbandonando le loro antiche abitudini, portano a tutti la testimonianza di ciò che hanno sperimentato nella vita, morte e risurrezione di Gesù. Questo messaggio, indirizzato alla nascente Chiesa, è lo stesso rivolto a noi oggi.

Gesù chiede a ciascuna di noi: “Chi cerchi ?”. Se noi crediamo che l’affermazione di Pietro sia vera, – ed essa è sostenuta da Giovanni che dice “vi annunciamo quello che abbiamo visto e udito, in modo che anche voi possiate condividere la nostra vita … con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo” (1 Gv 1, 3), allora non possiamo rimanere ascoltatrici indifferenti di fronte a questo Messaggio pasquale. Il nostro cuore ‘arde’ trasformando radicalmente la nostra vita per divenire discepole di Gesù ed essere autentiche testimoni con le parole e le opere. Ci viene dato un nuovo soffio di vita: ci viene ordinato di andare nel mondo e far sì che si realizzi una nuova creazione.
Guardiamo di nuovo agli impegni presi all’inizio di questo Anno Vocazionale: “incontrare il Signore Risorto, ovunque ci troviamo, accogliendo la sfida di vivere in pienezza la nostra vita, come le donne che sono traboccanti di gioia per la risurrezione (Lettera, Pasqua 2014).
Siamo in grado di condividere questa gioia della risurrezione sostenendo gli altri membri della nostra Famiglia, qualunque sia la loro età, anziane, giovani e meno giovani, verso le quali siamo le prime testimoni ? “La Chiesa (e la Comunità) dev’essere il luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo” (Evangelii gaudium, 114). Questa è la prima manifestazione della nostra conoscenza del Risorto.

Il Triduo Pasquale celebra il cuore della nostra fede facendoci conoscere l’unità del Mistero pasquale, della passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. Incomincia con la celebrazione dell’Ultima Cena, durante la quale Gesù mostra l’amorevole servizio con la lavanda dei piedi dei suoi discepoli ed offre il sangue della sua vita per ciascuna di noi e per la salvezza del mondo. Possiamo rispondere a questo invito al servizio reciproco e rinnovare la nostra ‘offerta del sangue’ in unione con lui, sull’esempio del Beato Antonio Rosmini?
Se è così, la nostra Pasqua sarà colma dell’intima gioia che nessuno può toglierci!


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