L’editoriale IMPRONTE DELLA TANZANIA …di Sr. Antonietta Toomey Carissima Madre
La visita fatta alle Suore della nostra missione in Tanzania, dalla metà giugno alla metà luglio 2015, accompagnata da sr. Carla, ci ha dato l’opportunità di fermarci un poco in ogni luogo, di incontrare le Sorelle ed assaporare la bontà e la generosità delle diverse Comunità, unitamente alla bellezza della terra nella quale vivono.
Non è mia intenzione, e non sarebbe possibile, descrivere questa esperienza nella sua completezza, così come non fu possibile descrivere quella vissuta in India. Tuttavia, cercherò ora di condividere con voi qualcosa di quanto abbiamo vissuto.
Un’immediata osservazione è la spontaneità che è connaturata alla cultura della Tanzania; infatti era normale ‘cantare’ gioiosamente e copiosamente ad ogni occasione: dall’accoglienza calorosa, all’intrattenimento realizzato in ogni Comunità, alla devota partecipazione alla liturgia del giorno e, in modo particolare, il 1 ° luglio. (foto 1, 2, 3, 4) La gente della Tanzania non si limita a pregare o cantare con le labbra, ma partecipa con tutto il proprio essere, anima e corpo. Per questo non fu possibile rimanere solo spettatrici, ma fummo subito coinvolte in questa ricca e meravigliosa armonia!
Dalla mia prima visita fatta nel 2008/9 ad oggi, molti e significativi cambiamenti sono stati realizzati nel ‘mondo rosminiano in Tanzania che mi hanno portato a riflettere alle parole ‘natura e cura’. Chiaramente, in ogni area, abbondano nuovi segnali di crescita, a partire dai gruppi interattivi e gioiosi delle aspiranti, postulanti, novizie e juniores, insieme con le rispettive ‘guide’ ispiratrici, non più giovani, ma a fianco delle giovani! Ed anche le corrispondenti parti della terra dove vivono, non sono meno attive: qui, le giovane suore stanno imparando dalle più anziane come piantare, coltivare e raccogliere i vari prodotti – siano essi animali o vegetali, frutta o pollame. Abbiamo sperimentato tutto ciò, pur in misura diversa, in ogni Comunità; sono come degli ‘alveari industriosi’ dai quali i vari prodotti vengono portati poi sulla tavola e, alcuni di essi sono venduti, così da reinvestire il denaro in altre attività. (foto 5, 6, 7,)
C’è grande agilità tra le Sorelle quando si tratta di viaggiare da una Comunità all’altra: nessuna distanza è troppo lontana e nessuna strada impraticabile, anche quando la Land-Rover rimane bloccata, come è realmente accaduto ritornando dalla missione di Padre Riccardo. Le Suore sono riconoscenti verso Padre Riccardo (francescano) il quale, fin dall’inizio della realizzazione del Noviziato a Morogoro, ha accompagnato le novizie con istruzioni e lezioni su temi diversi. (8, 9)
Ora a Morogoro funziona l’energia elettrica e l’acqua corrente… questa Comunità è proprio la ‘culla’ della Circoscrizione, dove le novizie imparano a vivere e ad amare il carisma rosminiano, continuando il vissuto comunitario che hanno già iniziato da postulanti; attualmente ci sono 9 novizie e alcune Juniores studenti. La gioia che condividono è contagiosa e mostrata mentre lavorano nell’orto o attendono alle galline o celebrano con il canto la liturgia. Pensando a questa realtà, una prossima buona notizia potrebbe essere la realizzazione di una cappella!
Già negli anni passati ‘Kwediboma’ era equiparata a ‘Ospedale’ e a ‘Maternità’; oggi l’<Health Centre Kwediboma> continua ad estendere il proprio servizio ai vicini e ai lontani. Sono avviate le fondamenta per la realizzazione di una grande corsia ospedaliera ed una sala operatoria, dove i pazienti potranno essere curati senza dover andare altrove, ad ore di distanza. Così, il dono di un’apparecchiatura per ultrasuoni, che una delle Sorelle ha imparato ad usare in modo efficace ad un corso specifico, diventa una grande opportunità per le madri e i bambini ricoverati! C’era in quel luogo una sensazione di calma pur in mezzo alle molte attività di costruzione, così come per le numerose persone che attendevano il loro turno per incontrare un medico o ricevere i farmaci. (foto 10)
Nelle vicinanze un’altra ‘Kwediboma’ è sorta! Nel dicembre 2008 mi venne mostrato un appezzamento di terreno accidentato con queste parole di speranza: ‘vogliamo costruire qui ‘! E ora questo luogo è sede del <Antonio Rosmini Children’s Centre> dove i bambini sono amorevolmente curati, secondo le varie età, e dove i piccoli giungono di corsa, con le braccia aperte, ad accogliere ogni visitatore che varca la soglia. Non riesco a immaginare l’alternativa, che cosa sarebbe accaduto a questi bambini se ci non fosse stata l’ispirazione e lo slancio di fede delle Sorelle nel procurare ad essi una ‘famiglia’, e senza la generosità di molti donatori. Oltre al Centro, altri edifici sono in costruzione per diventare aule, alloggi d’accoglienza e moderne stalle per le mucche! (11, 12, 13, 14, 15)
Naturalmente le Sorelle di queste Comunità sono coinvolte anche nella chiesa locale, con il cuore aperto ai bisogni della gente; allo stesso tempo esse provvedono alla coltivazione della frutta e della verdura, e alla cura degli animali.
La complessa realtà di Muheza, oltre ad essere la Casa per aspiranti, postulanti, per la Comunità e la Scuola, è anche una fattoria in via di sviluppo. Non è questo un luogo per timidi! Queste giovani Sorelle sanno non solo come mungere le mucche ma anche gestirle, come accudire i maiali di diverse taglie, badare ai polli di varie razze … per citare solo un paio di cose. Così non è una sorpresa che una Sorella ha completato la sua formazione come veterinario! Altre fiorenti attività sono qui visibili: la scuola <Holy Family School> è in crescita e dal 2008 ha esteso il suo fabbricato. E’ affascinante osservare in questo centro educativo come si svolge l’arco della vita: all’interno del quadrilatero delle aule c’è un giardino e i bambini sono coinvolti nella coltivazione degli ortaggi che poi compaiono nel loro piatto! (foto 16, 17, 18, 19)
Visitando a Tanga la <St Joseph’s Commercial School> si capisce che questa Istituzione scolastica più antica continua la sua storia oggi, come luogo di apprendimento e di preminenza. E’ gratificante sapere che molti degli studenti sono riconosciuti come ‘i migliori studenti’ dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti e dei Revisori dei conti. Così è ripagante il fatto che gli ex-alunni ritornano alla Scuola per ‘ringraziare’ le Sorelle per quanto hanno ricevuto! La comunità di Tanga è totalmente coinvolta nella scuola; nello stesso tempo è anche un luogo dove le singole novizie possono fare ‘esperienza di comunità’, partecipando alla rotazione dei turni delle attività insieme alle Suore.
Il momento saliente della visita è stata la celebrazione delle Professioni il 1° luglio … il giorno della memoria del Beato Antonio Rosmini nel quale le giovani Sorelle hanno celebrato il loro ‘sì’ – avevo partecipato alla Prima Professione di alcune di loro nel 2009. Questa ricorrenza riassume un po’ quello che significa far parte di questa specifica Circoscrizione. Nel corso delle settimane precedenti tutti erano concentrati su questo evento e Muheza era diventata un alveare di gioia e di frenetica attività. Coloro che si preparavano per la Professione Perpetua ebbero il tempo di ‘ESSERE’, riflettendo e pregando nella quiete del ritiro – durante il quale sono stata felicemente un po’ di tempo con loro – mentre le altre erano occupate nella preparazione di tante altre cose. La collaborazione era evidente a diversi livelli: dal preparare la carne appena tagliata, pronta per essere congelata – mi ricordava il ‘vitello grasso’; la decorazione della torta tripartita, l’addobbo della chiesa; il rimuovere tutte le erbacce nei viali, le prove dei canti e degli inni durante la notte … e per ultimo l’innalzare un grande tendone blu nel cortile principale. Un gran numero di familiari e di amici erano presenti e si sono uniti alla festa delle suore in questa Giornata, rendendo grazie a Dio per questi nuovi membri della Congregazione! Un momento speciale durante la Messa, dopo che le professe avevano pronunciato la formula della Professione, è stato il commovente e toccante canto della preghiera ‘Jesu tibi vivo’!
È sempre costruttivo imparare qualcosa da un altro modo di vivere … Abbiamo trascorso qualche ora con i Masai, amici delle Sorelle; come ci siamo avvicinate al villaggio, sono spuntati fuori, vestiti con vivaci colori, dalla loro chiesa, costruita in questi ultimi anni, dopo aver partecipato alla messa celebrata da un sacerdote Masai. (foto 20)
Visitando il museo di Bagamoyo abbiamo avuto qualche idea degli antefatti storici di quello che fu il commercio degli schiavi nel XIX secolo. La missione risale al 1868 con la fondazione del ‘Freedom Village’, ed è la più antica in Tanzania. E’ stato possibile anche visitare la cappella del complesso, dove fu posto il corpo di David Livingstone prima di essere portato a Zanzibar Town, diretto a Westminster Abbey. (foto 21)
Abbiamo camminato su questa terra colme di un senso di gratitudine per tutti i pionieri che ci hanno preceduto: le Suore e i Padri, sia a Tanga che a Kwediboma. Abbiamo avvertito maggiormente ciò quando siamo entrate nella Chiesa costruita dai Padri – forse un giorno tornerà tra le mani dei Rosminiani! Questo sentimento era chiaramente visibile nel Vescovo Anthony Banzi, il quale ha riprogrammato i suoi appuntamenti in modo per essere presente alle Professioni. Un gruppetto di noi ha accettato l’invito per il tea alla Casa del Vescovo; in quell’occasione il Vescovo ha espresso il suo apprezzamento per la presenza delle Suore nella sua Diocesi. Abbiamo anche avuto l’opportunità, accettando l’invito di Padre Enhart Mpete, provinciale, di visitare la realtà rosminiana, la House di Mwambani, nella quale abbiamo potuto vedere le foto di tanti fratelli, che negli anni, hanno contribuito a costruire la Tanzania di oggi. (foto 22)
A Sr Felistas, Coordinatrice della Circoscrizione in Tanzania, in una recente Conferenza per i Superiori le è stato chiesto “che cosa avete fatto per la promozione vocazionale ? chi era responsabile?” La sua risposta “Niente, noi non facciamo pubblicità” ha meravigliato i presenti ed essi sono stati ancor più sorpresi per le sue successive parole: “non ne abbiamo bisogno! “. La testimonianza di una vita vissuta nella gioia è la migliore pubblicità per qualsiasi forma di vita, figuriamoci per i religiosi. Alla mia domanda posta a ciascuna giovane in prima formazione ‘Come sei venuta a conoscenza delle Suore Rosminiane?‘, tutte, dalle juniores alle aspiranti, hanno risposto soddisfatte: “ho incontrato” o “ho visto Sr X … che era a casa in vacanza”, la quale ha ispirato il passo successivo. (foto 23)
I segni di vita nella realtà rosminiana in Tanzania sono numerosi e ‘la cura per la terra’ è evidente ovunque; tutto ciò accompagnato dalla dipendenza da Dio che invia la pioggia e il sole al tempo opportuno! Alcune parole riecheggiano: “guarda, faccio una cosa nuova; proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”
Sì, noi la vediamo e la apprezziamo. Rendiamo grazie a Dio per questa esperienza, a Sr Felistas per averla resa possibile, e per il sentimento di esserci sentite ‘a casa’ tra le sorelle. Sempre ricordando le Sorelle, giovani e meno giovani, che in anni recenti ci hanno preceduto – Suor Rosemary e Sr M Monica – … la loro presenza rimane viva. (foto 24)