Carissime Sorelle,
il mese di novembre è generalmente associato all’autunno, la stagione nella quale la natura è infiammata di colore ed è accompagnata da un delicato senso del ‘morire’. Questo natural-mente dipende dal luogo dove si vive, nel quale potrebbero esserci invece già segnali di una nuova crescita! Comunque, un legame comune ci unisce in questo mese: novembre è il tempo del ricordo – il tempo per rivolgere un pensiero a coloro che amiamo e che hanno già raggiunto il traguardo della loro vita. Ne ricordiamo, con il cuore pieno di gratitudine, due in particolare: il 13 celebreremo l’anniver-sario della morte di Madre Giovanna e il 18, l’8° anniversario della Beatificazione di Antonio Rosmini.
Queste si distinguono come persone carismatiche che hanno vissuto bene la loro vita e hanno il potere di trasformare la vita degli altri con l’esempio del loro modo di vivere. Come San Paolo potrebbero dire: “Ho provato grande gioia nel Signore… ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione, non dico questo per bisogno… ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. [Fil. 4, 10-13] Cosi, continuano ad essere fonte di ispirazione per noi oggi.
Riprendendo il tema accennato nel messaggio all’inizio del mese, “Non c’è che una tristezza nella vita: quella di non essere santi”, nell’atmosfera dell’Anno della Vita Consacrata e, inoltre, nell’attesa del-l’Anno Santo della Misericordia, facciamo nostra l’esperienza vissuta da queste due ‘elette pietre ango-lari’ ed espressa nei sentimenti di una lettera scritta dal Beato Antonio Rosmini il 13 novembre 1848 a Suor Giovanna Antonietti: “Godo assai sentendo la vostra rassegnazione e la disposizione in cui siete di servire Iddio secondo la sua santissima volontà, con tutta voi stessa. Cosi vi santificherete. Abbiate solamente coraggio, fondata sempre in quel Dio che v’assiste, e che è più buono e misericordioso di quello che noi possiamo pensare”.
Il 13 novembre è anche in modo appropriato la Giornata Mondiale della Gentilezza. A differenza dell’epoca del Padre Fondatore e di Madre Giovanna, nel mondo di oggi, dove il ritmo della vita è così veloce e l’influenza delle nuove tecnologie diventa sempre più invadente, è inevitabile la possibilità che la comunicazione diventi meno personale. Il comunicare con gentilezza, in qualsiasi forma, significa essere pronte a servire gli altri, e questo non solo ci conduce al nostro benessere, ma trasforma la vita di coloro che ci circondano e ci vivono accanto.
Il Beato Antonio Rosmini e Madre Giovanna Antonietti ci spronino ad essere pronte a servire Dio e coloro che incontreremo sul cammino della nostra vita.
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