lunedì, 4 novembre 2024
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Italy1.png “Essere apostoli di misericordia”
 


Dalla PAROLA di DIO
Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio. Vi siete infatti svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo. Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre. (Col 3,1.9-10. 12- 17)

Dai DOCUMENTI della CHIESA
La strada che il Maestro risorto ci indica è a senso unico, procede in una sola direzione: uscire da noi stessi, uscire per testimoniare la forza risanatrice dell’amore che ci ha conquistati. Vediamo davanti a noi un’umanità spesso ferita e timorosa, che porta le cicatrici del dolore e dell’incertezza. Di fronte al grido sofferto di misericordia e di pace, sentiamo oggi rivolto a ciascuno di noi l’invito fiducioso di Gesù: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20, 21).
Ogni infermità può trovare nella misericordia di Dio un soccorso efficace. La sua misericordia, infatti, non si ferma a distanza: desidera venire incontro a tutte le povertà e liberare dalle tante forme di schiavitù che affliggono il nostro mondo. Vuole raggiungere le ferite di ciascuno, per medicarle. Essere apostoli di misericordia significa toccare e accarezzare le sue piaghe, presenti anche oggi nel corpo e nell’anima di tanti suoi fratelli e sorelle. Curando queste piaghe professiamo Gesù, lo rendiamo presente e vivo; permettiamo ad altri, che toccano con mano la sua misericordia, di riconoscerlo «Signore e Dio» (cfr Gv 20, 28), come fece l’apostolo Tommaso. È questa la missione che ci viene affidata. Tante persone chiedono di essere ascoltate e comprese. Il Vangelo della misericordia, da annunciare e scrivere nella vita, cerca persone con il cuore paziente e aperto, “buoni samaritani” che conoscono la compassione e il silenzio dinanzi al mistero del fratello e della sorella; domanda servi generosi e gioiosi, che amano gratuitamente senza pretendere nulla in cambio… Chiediamo la grazia di non stancarci mai di attingere la misericordia del Padre e di portarla nel mondo: chiediamo di essere noi stessi misericordiosi, per diffondere ovunque la forza del Vangelo, per scrivere quelle pagine del Vangelo che l’apostolo Giovanni non ha scritto (cfr Gv 20,30). (Omelia del Santo Padre Francesco, Giubileo della divina Misericordia, 3 aprile 2016)


Dagli SCRITTI del Beato ANTONIO ROSMINI
Le parole di Gesù Cristo sono più che semplici idee: sono spirito e vita. L’uomo, che è un essere reale non può accontentarsi di ciò che è solo ideale, egli vuole la “realtà” e questa non gli può venire che da colui che è la pienezza dell’essere, abitatore di una luce inaccessibile. Per giungere a cogliere le vivificanti parole di così alto maestro, non basta ragionare, bisogna amare, bisogna pregare ed operare: Dio parla a tutto l’uomo e tutto l’uomo deve a lui rivolgersi ed aprirsi. (EC vol. VII, lett. 3908, p. 244, al Marchese Gustavo Benso di Cavour a Torino, da Stresa, 5 dicembre 1839)
Per quanto può conduca una vita dedita alla carità: faccia il maggior bene possibile al suo prossimo e quando non può farlo con l’opera, lo faccia con il desiderio, con la compassione, con l’intercessione verso gli uomini, con la preghiera verso Dio. Quanto bene c’è da fare a questo mondo, purché si voglia! E non dubito che lo faccia, che lo farà; e la sua carità riuscirà tanto più graziosa agli occhi di Dio quanto più procurerà di dirigerla non solo al bene dei corpi ma, ciò che più conta, alla salute eterna delle anime del suo prossimo. Serva dunque il Signore con ampiezza di cuore. (EC Vol. VII lett.4117, p. 456 , alla Contessa N.N. a Belgirate, da Stresa, 6 novembre 1840)

PREGHIAMO (Sl 68, 4-9.20-21.36)
I giusti si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, appianate la strada a colui che cavalca le nubi: Signore è il suo nome, esultate davanti a lui.
Padre degli orfani e difensore delle vedove è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa, fa uscire con gioia i prigionieri. Solo i ribelli dimorano in arida terra.
O Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, quando camminavi per il deserto,
tremò la terra, i cieli stillarono davanti a Dio, quello del Sinai, davanti a Dio, il Dio d’Israele.
Di giorno in giorno benedetto il Signore: a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
È lui, il Dio d’Israele,
che dà forza e vigore al suo popolo. Sia benedetto Dio!
ANNO PASTORALE 2015 -2016
FORMAZIONE PERMANENTE
ISTITUTO DELLA CARITÀ
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE

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