Lettera Madre Natale 2013

Lettera Madre Natale 2013

Italy1.png Mie care Sorelle …
 


 

 

Possa Cristo nascere in noi, in questo giorno e ogni giorno: con questi sentimentiAuguro a ciascuna

Buon Natale e felice Anno Nuovo.

L’opera del Natale inizia…

Quando il canto degli angeli finisce,

quando dal cielo notturnola stella scompare,

quando i re raggiungono le terre lontane,

quando i pastori ritornano aloro greggi,

allora l’impegno del Natale inizia veramente:

per trovare coloro che sono dispersi,

per sanare gli spiriti affranti,

per saziare gli affamati,

per portare il sollievo agli oppressi,

per ricostruire le nazioni lacerate dai conflitti,

per portare la pace tra tutti i popoli,

per far arrivare la luce del Vangelo negli angoli più bui del mondo.

Preghiamo perché possiamo irradiare la luce di Cristo,    

con l’amabilità della nostra presenza

e la fermezza nel perseguire i nostri propositi, 

per tutti i giorni della nostra vita.

Amen

c.m.

 

                                    

Natale 2013

Carissime Sorelle,

                           all’inizio dell’Avvento vi avevo invitate avivere in pienezza,specialmente in questo tempo, ogni momento a noidonatoper “rinnovare oggi stesso l’incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, prendere la decisione di lasciarci incontrare da Lui.(EvangeliiGaudium, 3)

Inviandovi gli Auguri per Natale vorrei svilupparequesto pensiero profondoL’incontro con Gesù’ iniziòquando nella pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio unigenito, nato da una donna, e in Gesù stesso che entrònella nostra umanità edivennuno di noi.Ciò ci conduce inevitabilmente a meditare con Maria, ricordando la sua prontezzaAvvenga per me secondo la tua Parola (Lc. 1,38). La accompagniamo in questi ultimi giorni dei suoi nove mesi – un tempo di attesa e di speranza, ma anche un tempo diprofondaconsapevolezza, di apprezzamento del momento presente, vissuto nella gioia, permettendo al bambino dentro di lei – la Parola, il Figlio di Dio, di essere completamente formato.

E chi siamo noi, chi é egli? Cel dica la sua santissima e dolcissima Madre, che tanto esulta e tripudia a trovarsi or con esso nella stalla … anzi ce lo farà sentire, ci parteciperà i suoi affetti”. (Rosmini, 25 dic, 1844, E.C. 5222)

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.(Gv. 1,14)

Ancora oggi, duemila anni dopo la sua nascita, Gesù, la Parola,si incarna e vive in mezzo a noi;Egli ci incontra là dovesiamo, in qualunque luogo o situazione,se noi glielo permettiamo. Quando nella nostra vita prendiamo coscienza di questa verità, che Gesù, il Figlio di Dio, nato da Maria, si è fatto uomo per ciascuna di noinoi diventiamo colmi di gioia e, nella fede, possiamo veramente dire:ciò che abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita…perchéla nostra gioia sia perfetta’.(Gv 1,1-4)

Nel nostro desiderio di comunicare questa gioiosa rivelazione, siamo chiamate a superare noi stesse, a muoverci dallo stato di contemplazione perandare verso gli altri, proprio perché vogliamo condividere questa esperienza di vita nuova e abbondante:Sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. (Gv10,10).In tal mododivento più consapevole,prima di tutto,dellachiamata a condividere nella semplicità, raggiungendo il mio prossimo, la mia comunità, senza paura di testimoniare ciò che è centrale nella mia vita, perchéquesta gioia non era solo dei contemporanei di Gesù, ma è anche nostra: anche oggi questo Verbo della vita si rende visibile e tangibile nella nostra vita quotidiana, nel prossimo da amare, nella via della Croce, nella preghiera e nell’Eucaristia, in particolare nell’Eucaristia di Natale, e ci riempie di gioia”. (Carlo Maria Martini)

Essa richiede l’essere consapevoli dell’<altro>, senza riserve: la persona che è affamatache è assetata, lo straniero in mezzo a noi,colui che è privo del necessario per viverel’ammalato … Qual è la mia risposta? La risposta alla domanda sorprendentecircaquando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?” è forte e chiara per noi:quanto avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, voi l’avete fatto a me. (Mt. 25, 39-40)

Queste parole di Gesù, il Verbo fatto carne, il Re, ci portano ‘ad affrontare la sconvolgente realtà: Gesù sta alla porta e bussa. Egli chiede aiuto, nelle sembianze di un mendicante, di un fuorileggedi uno straccioneun ammalatopersino un criminale  bisognosodel nostro amore … Cristo sta alla porta. Vive sotto le apparenze delle persone intorno a noi. Tu, dunque,lascerai la porta ben chiusa per la tua protezione, o aprirai la porta a Lui ?’. ( Bonhoeffer)


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