Lettera Madre Novembre 2017

Lettera Madre Novembre 2017

Italy1.png Mie care Sorelle …

 

CONGREGAZIONE
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
Via Aurelia, 773 ROMA

L’Avvento 2017 ci invita a “sostare in silenzio per capire una presenza”
Carissime sorelle,
in questo periodo dell’anno, indipendentemente dalla cultura o dall’età di ciascuna, una cosa unisce tutte nelle diverse nazioni: i giorni che precedono il Natale. Tutte le attività necessarie e le oc-cupazioni che riempiono le nostre giornate, con l’aggiunta della frenesia del periodo, spesso prendono il sopravvento sul tutto… È facile immergersi in ciò che deve essere fatto, ed è altrettanto facile dimenticare il «perché» e il «come» di questo sacro tempo di ‘Avvento’.
Mentre l’Avvento definisce lo spirito per l’inizio di un nuovo anno liturgico, esso anche “… ci invita a sostare in silenzio per capire una presenza. E’ un invito a comprendere che i singoli eventi della giornata sono cenni che Dio ci rivolge, segni dell’attenzione che ha per ognuno di noi. Quanto spesso Dio ci fa percepire qualcosa del suo amore!… L’Avvento ci invita e ci stimola a contemplare il Signore presente. La certezza della sua pre-senza non dovrebbe aiutarci a vedere il mondo con occhi diversi? Non dovrebbe aiutarci a considerare tutta la nostra esistenza come “visita”, come un modo in cui Egli può venire a noi e diventarci vicino, in ogni si-tuazione? ” (Benedetto XVI, 2009)
In questi giorni stavo pensando, in modo particolare, a San Giuseppe: alla sua comunicazione con Maria; alla sua rispettosa comprensione di Maria. Eppure è il significato del ‘Silenzio’ che circonda Giuseppe – un silenzio riverente – che parla più forte delle parole.
San Giovanni Paolo II richiama la nostra attenzione scrivendo a tal proposito: “Nel corso della sua vita, che fu una peregrinazione nella fede, Giuseppe, come Maria, rimase fedele sino alla fine alla chiamata di Dio. La vita di lei fu il compimento sino in fondo di quel primo «fiat» pronunciato al momento dell’Annunciazione, mentre Giuseppe – come è già stato detto – al momento della sua «annunciazione» non proferì alcuna paro-la: semplicemente egli «fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore» (Mt 1,24). E questo primo «fece» divenne l’inizio della «via di Giuseppe» … il silenzio di Giuseppe ha una speciale eloquenza”.
S. Giovanni Paolo II elabora ulteriormente questo pensiero presentando un ‘profilo interiore’ di Giuseppe: “Anche sul lavoro di carpentiere nella casa di Nazaret si stende lo stesso clima di silenzio, che accompagna tutto quanto si riferisce alla figura di Giuseppe. E’ un silenzio, però che svela in modo speciale il profilo inte-riore di questa figura. I Vangeli parlano esclusivamente di ciò che Giuseppe «fece»; tuttavia, consentono di scoprire nelle sue «azioni», avvolte dal silenzio, un clima di profonda contemplazione. Giuseppe era in quo-tidiano contatto col mistero «nascosto da secoli», che «prese dimora» sotto il tetto di casa sua.”
(Redemptoris Custos, 1989)
Guardare alla vita di Giuseppe ci aiuta a capire meglio ‘che i singoli eventi della giornata sono cenni che Dio ci rivolge … sguardi del suo amore’. È nel silenzio contemplativo, come per San Giuseppe, che possiamo ve-dere la provvidenza di Dio in tutto ciò che accade nella nostra vita:
• gli eventi imprevisti
• le delusioni e i fallimenti
• i ritardi frustranti
• le richieste indesiderate e inopportune
• lo strano comportamento delle persone
• il misterioso silenzio di Dio che spesso attende di rivelare la Sua volontà per noi, attraverso le persone.
Durante questi giorni intensi di “preparazione” al Natale, il mio desiderio per voi, per tutte noi, è questo dono del silenzio che troviamo in Giuseppe; un silenzio interiore pieno di grazia, che si riflette nelle parole di Benedetto XVI: “Il suo è un silenzio permeato di contemplazione del mistero di Dio, in atteggiamento di totale disponibilità ai voleri divini. In altre parole, il silenzio di san Giuseppe non manifesta un vuoto interio-re, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione. Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all’unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio … un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento senza riserve alla sua provvidenza”. (18 dic 2005)
Questi pensieri riecheggiano la profonda eredità lasciataci dal Beato Antonio Rosmini:
“tacere” in modo da poter “adorare … godere” davvero della Nascita di Cristo a Natale.
Con questi sentimenti, auguro a ciascuna di voi una nuova scoperta di questo Avvento!
Aff.c.m.

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