CHIAMATI ALLA SANTITA’
Dalla Parola di Dio
La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza. Con queste ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina, essendo sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.
Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità.
Se queste cose si trovano in abbondanza in voi, non vi lasceranno oziosi né senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, dimentico di essere stato purificato dai suoi antichi peccati.
Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione.
Se farete questo non inciamperete mai.
(2Pt 1, 3-10)
Dagli Scritti del Beato A.Rosmini
“Miei carissimi fratelli,
bramo scrivervi poche parole, per rammentarvi la vocazione vostra nella santità della carità. Io prego e supplico tutti voi , che ciascuno tenda direttamente a quello che è chiamato, cioè a procacciare a se medesimo la santità che non consiste in alcuna opera di ingegno, né in alcuna prodezza o gloria umana, né nella buona riuscita delle imprese esteriori, bensì nel praticare quelle virtù che Gesù Cristo, Salvatore e forma delle nostre anime, ha mostrato in sé stesso, soprattutto pendente dalla croce: le quali sono l’umiltà, la povertà, l’abnegazione e l’ubbidienza, la mortificazione e la pazienza, e la carità ardente che tutte le contiene e non si perde in sottigliezze, ma cammina con semplicità e non cerca le cose proprie, ma quelle di Dio e del prossimo. In questo sta tutto l’Istituto della Carità che voi avete abbracciato, nato al Calvario e uscito dal Crocifisso: da lui sono infatti uscite le virtù, alle quali l’Istituto guarda come a suo fine, e che perciò lo costituiscono.
Ciascuno nella propria condotta prenda a sua guida la sola altissima e semplicissima regola della volontà divina, a imitazione di Cristo.
Quindi tutto il nostro studio, o carissimi, consista nel pervenire a conoscere la volontà divina e non nel ragionare e disputare fra noi stessi se questa o quella sia cosa buona o migliore secondo il proprio vedere limitato ed umano. Siamo solleciti unicamente di cercare quali siano i segni della divina volontà per eseguirla fedelmente e semplicemente, con pace interiore e senza contraddizione del proprio intelletto.
E’ anche scritto: La volontà di Dio è la vostra santificazione. Se dunque la volontà di Dio è la nostra santificazione, noi possiamo essere certissimi di operare conformemente a questa amabilissima e santissima volontà divina quando incessantemente lavoriamo a purificarci dalle nostre imperfezioni e ad acquistare tutte le virtù che formano la santità.”
(Epistolario Ascetico, Vol. II, lett. 530,
pp. 247-249, ai Fratelli dell’Istituto della Carità che servono Dio in Inghilterra, Calvario, 2 ottobre 1837)
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