Dalla Parola di Dio
Io dunque, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto:
comportatevi in maniera degna
della chiamata che avete ricevuto,
con ogni umiltà, dolcezza
e magnanimità,
sopportandovi a vicenda nell’amore,
avendo a cuore di conservare
l’unità dello spirito
per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito,
come una sola è la speranza
alla quale siete stati chiamati,
quella della vostra vocazione;
un solo Signore, una sola fede,
un solo battesimo.
Un solo Dio e Padre di tutti,
che è al di sopra di tutti,
opera per mezzo di tutti
ed è presente in tutti.
(Ef 4, 1-6)
Alla COMUNIONE
Dagli Scritti del Beato A. Rosmini
Mio carissimo in Cristo fratello,
ho ricevuto e letto con vera gioia lo scritto che mi fu mandato, contenente i vostri bei sentimenti.
Siamo pur grati alla divina pietà che ci ha raccolti insieme nella sua carità, perché fossimo un cuor solo ed un’anima sola, ed il nostro Signor Gesù Cristo riceva in noi (sia così, come spero!) il compimento della sua divina orazione, quando disse al Padre suo,
“tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21).
Vi è qui, appunto, il compendio delle nostre Costituzioni, mio carissimo fratello, e vi è qui il fondamento della nostra speranza, nella quale possiamo osare le grandi cose che ci prefiggiamo, il cui unico fondamento è l’orazione del nostro Salvatore: “non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me” ( Gv 17, 20).
E ALL’UNIONE
Altrimenti che mai potremmo presumere?
Soprattutto noi, piccolo gregge? Ma in Cristo e nella sua efficacissima
orazione, “tutto, tutto noi possiamo”…
Noi siamo veramente “le cose che non sono”. Ah, mio caro! Appunto per questo speriamo che Iddio si glorificherà in noi: solamente abbandoniamoci a lui e non mettiamo limiti con dei pensieri o con degli affetti limitati alla sua illimitata sapienza e carità.
Faccia in noi quel che vuole, si serva di noi in ogni parte della terra, in ogni ufficio, in ogni stato e condizione, tra l’infamia e la buona fama, fra i pericoli morali e la salute, fra le tribolazioni e le consolazioni.
Quanto è dolce e bello l’essere tutti a lui consacrati, senza eccezione!
(EA, Vol. II, Lett. 739, pp. 538-539;
a Don Pietro Hutton in Inghilterra, Stresa, 29 aprile 1848)
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