venerdì, 11 ottobre 2024
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United_Kingdom1.png Italy1.png L’editoriale di. Sr. M. Felistas J. Lukindo coordinatrice della circoscrizione East Africa

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Chi sono io Signore Jahvé   e quale è la mia casa, perché mi hai condotto fin qui ? – (2 sam 18).
LA VOCAZIONE DELLA VITA RELIGIOSA
E’ VOCAZIONE una chiamata che DIO rivolge a chi sceglie e questi sono liberi di rispondere in maniera affermativa ma possono anche rispondere con un diniego. Perciò la vocazione è un dono di Dio che nessuno può acquisire se non gli è donata. Questo dono si può solo ricevere e rispondere ad esso ma non richiederlo.
Dio chiama per un fine. Egli ha un disegno nel chiamare qualcuno alla vita religiosa; una missione speciale che deve essere adempiuta.   Una vocazione perciò è previdente, per adempiere ad un bisogno della Chiesa e della società civile.   I segni dei tempi indicano chiaramente quali siano questi bisogni.
E’ UNA INVOCAZIONE, una preghiera da parte del chiamato, che esprime fiducia in Dio ed invoca l’aiuto divino nel compiere la missione e rispondere al bisogno. Chi è chiamato riconosce la propria inadeguatezza alla missione affidatagli e perciò attinge luce e forza da Dio con la preghiera ed il rapporto interiore con Lui.
La comunione con Dio diventa così l’anima dell’apostolato.
    
E’ CONVOCAZIONE. La relazione d’amore tra Cristo e la persona chiamata li unisce e li trasforma in comunità. La vocazione religiosa presuppone lo stare e vivere insieme, pregare ed anche lavorare insieme.   Ogni religioso appartiene alla comunità religiosa.
Il Chiamato non è né un vagabondo né un individuo isolato. Talvolta la gente chiede perché hai scelto la Vocazione religiosa e non quella del matrimoniale. Qualcuno può avere una risposta pronta ma molti non saprebbero trovare la risposta giusta a questa domanda.
Forse in questi ultimi anni, dopo un considerevole periodo di vita religiosa potremmo riflettere ed arrivare alla risposta, suggerita dalla esperienza, sul perché della vocazione religiosa.
Certi non sanno perché hanno aderito alla vita religiosa ed è il motivo per cui molti giovani lasciano dopo pochi mesi o anche anni di vita religiosa. Realizzano che non era la vita adatta a loro.
Ci sono alcuni che sentirono la chiamata da giovani e non risposero che molto più tardi. Ma ci sono alcuni che furono chiamati tardi nella vita ma che riuscirono ugualmente a seguire con fedeltà la vocazione.
Ci sono alcuni che vi diranno di essere stati attratti dalle suore e dal loro modo di vivere o pregare.
Ci sono alcuni che giudicano dalle apparenze e dicono persino che sono stati attratti dal vestito
delle suore !
Ciò è solo superficiale per una vocazione, ma Dio fa notare a quella persona il vestito, il velo o la voce per chiamarla a qualcosa di più alto di ciò. Più avanti negli anni ti accorgi che non era comunque il vestito perché questo cambia ogni anno!   C’è un motivo nel loro essere qui.
Io fui attratta da un prete, un prete Rosminiano, che era il nostro parroco e che dedicò totalmente la sua vita alla Chiesa e al suo popolo. Aveva un grande amore per la sua gente sia giovani che vecchi. Io sapevo che non avrei mai potuto essere un prete ma che avrei potuto essere una suora.
C’erano molte suore che mi volevano bene e a me piacevano e passavo il mio tempo libero del sabato a pulire la Chiesa e gli ambienti circostanti come allora facevano molte ragazze; ci sentivamo in dovere di aiutare le suore che avevano dato le loro vite alla Chiesa.   Io le amavo e coglievo ogni occasione per aiutarle anche se i miei genitori erano contrari e per loro io figuravo come una mendicante poiché passavo interi pomeriggi alla missione e tornavamo a casa alla sera.
Anche se io ero vicina alle suore loro non seppero mai cosa stavo maturando fino a quando dissi al prete che mi sentivo chiamata ad essere suora. Egli mi indirizzò alle suore Rosminiane che non avevo mai incontrato prima.
Raggiunsi i Rosminiani due anni dopo e fui così felice come se li avessi conosciuti da sempre.
Il viaggio di discernimento di una vocazione richiede tempo e deve essere incoraggiato e sostenuto. Il periodo iniziale è molto delicato e si può perdere la vocazione pensando che non si è chiamati ma può essere anche solo perché non si è aiutati a scoprire la chiamata. E’ come cercare di vedere il futuro e vivere contemporaneamente molti dubbi. Chi ti assicura che questa è la tua vocazione? Ci vuole tempo e tanta pazienza ed è di aiuto la preghiera sia della giuda spirituale sia di colui che vuole rispondere alla chiamata.
Come mi diceva il mio parroco “starai bene e le sorelle ti aiuteranno”.
E’ difficile sapere che devi lasciare la gente, le cose ed i posti che ami ed andare e cominciare a vivere in luoghi ed amare gente che non hai mai visto.
Una volta che capiamo che qui è dove io appartengo e che questa è la mia gente e che il sostegno che si ha da coloro con cui si vive è abbastanza per vivere pienamente la tua vocazione religiosa.
Penso che è un viaggio per tutti noi che abbiamo osato lasciare la nostra gente e la nostra terra e veniamo a vivere e ad amare egualmente il popolo che Dio ci ha messo sul cammino.
Dio ha un progetto per ognuno e persino per l’ultimo arrivato della nostra famiglia; il disegno di Dio lo vuole qui in questo momento.
Impariamo ad amarci ed abbracciarci l’un l’altro come sorelle in Cristo.
Potrei dire che sono l’unica ragazza con sei fratelli, ma ora ho molte più sorelle!
Consentici di vivere con gioia il nostro dono della vocazione e di farla vivere felicemente con altri. Consentici di portare frutti in abbondanza.
AUGURANDOVI UN FELICE ANNO 2014/15 DI VOCAZIONI

 

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