Lettera Madre Epifania 2017

Lettera Madre Epifania 2017

Italy1.png Mie care Sorelle …

 

CONGREGAZIONE
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
Via Aurelia, 773 ROMA

 “Noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità”.
(Gv, 1,14)

Carissime Sorelle,
desidero unirmi a voi in spirito in questa meravigliosa Festa dell’Epifania – la manifestazione di Dio, in tutta la sua bellezza, nel suo Figlio Gesù.
San Giovanni Paolo II descrisse la bellezza come ‘l’espressione visibile del bene’. Gesù, il Verbo fatto carne, ne è l’esempio più puro: “Nel mistero dell’Incarnazione, il Figlio di Dio in persona si è reso visibile: « Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da donna » (Gal. 4, 4). Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo.” E San Giovanni Paolo II continua: “Questa fondamentale manifestazione del « Dio-Mistero » si pose come inco-raggiamento e sfida per i cristiani, anche sul piano della creazione artistica. Ne è scaturita una fioritura di bel-lezza che proprio da qui, dal mistero dell’Incarnazione, ha tratto la sua linfa. Facendosi uomo, infatti, il Figlio di Dio ha introdotto nella storia dell’umanità tutta la ricchezza evangelica della verità e del bene, e con essa ha svelato anche una nuova dimensione della bellezza: il messaggio evangelico ne è colmo fino all’orlo”. (Lettera agli Artisti, 1999)
Fin dall’inizio dei tempi, Dio scelse di rivelare se stesso alle persone più inaffidabili, chiedendo loro di portare il messaggio al mondo intero. Egli rivela se stesso a colui che è ‘vigile’ – a coloro che tengono gli occhi e la mente aperti agli avvenimenti che succedono nell’universo, a coloro che cercano il vero e il bene. Nel racconto dei Magi risultano evidenti due tipi di ‘ricerca’ – quella dei Magi e quella di Erode. Questi “saggi” misero il loro cuo-re in una missione: un viaggio alla scoperta della misteriosa manifestazione del Verbo Incarnato. E ci rendiamo conto che essi sono determinati e sinceri nella loro ‘ricerca’ della verità: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Ab-biamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo».

In netto contrasto, il re Erode è ‘turbato’ dalla notizia portata dai Magi: vuole sapere. Ma per quale motivo? E’ evidente che non è sincero nella sua ricerca del luogo dove si trova il neonato Re. Erode non è sufficientemente interessato ad andare a scoprirlo lui stesso: egli chiama i Magi di nascosto, li interroga sui particolari della stella e dà loro un ordine: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». In realtà, Erode non è interessato ad adorare il Bambino appena na-to; egli è più preoccupato che la presenza di questo Bambino possa interferire con la sua potenza, la sua posi-zione, la sua vita. La sua motivazione circa la ‘ricerca’ del ‘bambino’ è lontana dalla verità e dalla ricerca dei Magi. Egli è vittima di un ‘vano protagonismo ed è interessato alle apparenze’. Il mondo è pieno di gente che, come Erode, vuole informazioni, ma non è, in realtà, alla ricerca di Gesù; desidera utilizzare la verità a proprio vantaggio, qualsiasi forma di inganno essa assuma.
I Magi continuano il loro cammino, incuranti del futuro sconosciuto. Proprio perché essi sono attenti alla pre-senza e all’intervento divino di Dio, la ‘stella’ li guida, la ‘profezia’ indica il luogo in cui il Messia è nato e il sogno li avverte di ritornare per altra strada; essi arrivano alla fine della loro ricerca e trovano ‘il Bene reso visibile’
– un ‘Tesoro’ ben più prezioso dei regali che essi possono offrirgli: «Al vedere la stella, essi provarono una gran-dissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono ».
Nello stesso modo Dio comunica con noi attraverso i grandi e piccoli eventi della nostra vita. Ce ne rendiamo conto e siamo consapevoli di questo?
– l’Epifania ci invita ad ‘alzare gli occhi’, come i Magi, ad avere il coraggio e la determinazione a seguire la luce della stella, protesi verso la verità, anche se il nostro cammino può essere pericoloso e rischioso;
– l’Epifania ci ricorda che la luce della nostra fede, come quella dei Magi, ha bisogno di essere forte, per vedere e riconoscere il Signore, in qualunque modo ci sorprenda e si presenti a noi. Una volta che lo ri-conosciamo, ci inchiniamo davanti a lui, offrendogli noi stessi e la nostra completa fedeltà;
– l’Epifania ci dimostra che non dobbiamo presumere che Dio nasca solo nelle persone e nei luoghi in cui ci aspettiamo di trovarlo;
– l’Epifania sottolinea che, come i Magi, a volte noi dobbiamo tornare ai ‘nostri paesi per un’altra strada’, portando la vita di Cristo a tutti coloro che incontriamo.
Facciamo nostri i sentimenti espressi dal beato An-tonio Rosmini, in un suo scritto, il giorno di Natale:
“Accostiamoci alla sua culla,
offeriamogli tutto noi stessi, adoriamolo,
e supplichiamolo della sua grazia,
e tutto ci verrà dato con essa”
(EA, vol III Lett 870).

Uniamo ad essi l’invito di Papa Francesco:
“Guardare il presepe significa trovare
la forza di prendere il nostro posto nella storia
senza lamentarci e amareggiarci, senza chiuderci
o evadere, senza cercare scorciatoie che ci
privilegino. Guardare il presepe implica sapere
che il tempo che ci attende richiede
iniziative piene di audacia e di speranza,
come pure di rinunciare a vani protagonismi
o a lotte interminabili per apparire”.
(31 dic, 2016)

Consapevoli della bontà di Dio, fermiamoci e pensiamo per un momento a tutti i modi in cui siamo state bene-dette: benedette da Dio, benedette dagli altri. Viviamo con gratitudine e rendiamo il prossimo anno 2017, in qualunque modo ci è possibile, ‘Un Anno di Gratitudine’.
Rendiamo grazie a Dio per le Sorelle che hanno realizzato un nuovo passo nella sequela di Gesù; a Muheza, in Tanzania, il 2 gennaio, 3 Novizie hanno emesso i Primi Voti.
Buona Festa dell’Epifania del Signore!

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