Lettera Madre Febbraio 2017

Lettera Madre Febbraio 2017

Italy1.png Mie care Sorelle …

 

CONGREGAZIONE
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
Via Aurelia, 773 ROMA

“I miei occhi han visto la tua salvezza …” (Lc. 2,30)

Carissime Sorelle,
in questo messaggio per la celebrazione del 2 febbraio 2017 riflettiamo insieme su tre sem-plici punti, ma che hanno un profondo significato per noi. La Presentazione di Gesù al Tempio diventa un Luogo d’incontro per ogni persona coinvolta: Maria e Giuseppe con Gesù, gli anziani Simeone e Anna, ed anche cia-scuna di noi – perché “Gesù viene incontro a noi e noi andiamo incontro a Lui”. Questo ‘Tempio’ diventa il tra-mite di un ‘Incontro’ senza tempo, in quanto, citando Papa Francesco alla conclusione della ‘Anno della Vita Consacrata’, Gesù si “presenta a noi come la perenne sorpresa di Dio; in questo Bambino nato per tutti si incon-trano il passato, fatto di memoria e di promessa, e il futuro, pieno di speranza”. (2 feb 2016)
Questo Incontro si sviluppa nella “Giornata Mondiale della Vita Consacrata” nella quale anche noi siamo chia-mate a riflettere la luce di Gesù su tutti i popoli. “I consacrati e le consacrate sono chiamati innanzitutto ad es-sere uomini e donne dell’incontro. La vocazione, infatti, non prende le mosse da un nostro progetto pensato “a tavolino”, ma da una grazia del Signore che ci raggiunge, attraverso un incontro che cambia la vita. Chi incontra davvero Gesù non può rimanere uguale a prima. Egli è la novità che fa nuove tutte le cose. Chi vive questo in-contro diventa testimone e rende possibile l’incontro per gli altri; e si fa anche promotore della cultura dell’incontro, evitando l’autoreferenzialità che ci fa rimanere chiusi in noi stessi”. (op. cit.)


In terzo luogo, quest’anno è per noi un Anno di Gratitudine (durante il quale ogni Comunità attuerà un proprio programma di preghiera e di eventi). La Gratitudine sposta la nostra attenzione da ciò che manca nella nostra vita sull’abbondanza che è già abbiamo – portando gratitudine nelle nostre esperienze quotidiane, invece di aspettare qualche esperienza straordinaria per sentirsi grate; essenzialmente gratitudine significa essere con-sapevoli di quanto già abbiamo ricevuto. “Infine, dalla festa di oggi impariamo a vivere la gratitudine per l’incontro con Gesù e per il dono della vocazione alla vita consacrata. Ringraziare, rendimento di grazie: Eucari-stia. Com’è bello quando incontriamo il volto felice di persone consacrate, magari già avanti negli anni come Simeone o Anna, contente e piene di gratitudine per la propria.” (op. cit)


Il canto di lode di Simeone esprime, alla fine della giornata, la nostra fiducia in Dio, come è stato per Simeone al termine della vita; nella preghiera del Nunc dimittis, ogni sera, anche noi giungiamo a vedere Gesù, la Luce, come è avvenuto per Simeone e Anna – una Luce che possiamo condividere con coloro che incontriamo. Duran-te questo Anno concretizziamo questi sentimenti: “Possa il Signore Gesù, per la materna intercessione di Ma-ria, crescere in noi, e aumentare in ciascuno il desiderio dell’incontro, la custodia dello stupore e la gioia della gratitudine. Allora altri saranno attratti dalla sua luce, e potranno incontrare la misericordia del Padre.” (op. cit.)


Unite nella preghiera, facciamo risplendere la Luce l’una per l’altra.
Aff. c.

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