Lettera Madre Pasqua 2017

Lettera Madre Pasqua 2017

Italy1.png Mie care Sorelle …

 

CONGREGAZIONE
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
Via Aurelia, 773 ROMA

Pasqua di Risurrezione 2017


Carissime Sorelle,
avvicinandoci ancora una volta al Triduo pasquale, viviamo questo tempo con consapevolez-za e profondamente riconoscenti, in questo ‘Anno di Gratitudine’, per quanto Dio ha fatto per noi. Pasqua è ve-ramente un tempo di gratitudine per il meraviglioso Dono di vita nuova che Gesù, il Figlio di Dio, morto sulla croce per noi e risorto il mattino del terzo giorno, ci ha donato. Dio ha risuscitato Gesù dai morti – e questo è il centro della nostra fede.
La celebrazione del Triduo Pasquale tocca ogni comunità cristiana nel profondo della sua vita, dal momento che è tutto il popolo di Dio che si mette in cammino, insieme con Gesù, verso il Padre. Entriamo insieme in questo itinerario, riflettendo in preghiera, su alcuni momenti che incontriamo lungo il percorso.
Quando Gesù celebrò l’Ultima Cena con i suoi discepoli, egli lavò loro i piedi in spirito di umiltà e servizio, dan-doci un esempio, così che anche noi possiamo amare e servire gli uni gli altri. Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: prendete …tutti voi…questo è il calice del mio sangue, il sangue della nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me.
Mi viene alla mente ‘lo studio della Pietà’ – un di-segno a gessetto, databile al 1546 circa – che Mi-chelangelo fece per un’amica, Vittoria Colonna. Qui Maria è rappresentata con il corpo morto di Gesù, il quale è sorretto dagli angeli; Maria infatti non sta sostenendo Gesù, come appare in altre opere di Michelangelo. In questo disegno, Maria alza le mani e gli occhi verso l’alto. Sulla trave ver-ticale della croce, al centro del disegno, Michelan-gelo ha inscritto un verso tratto dal Paradiso di Dante: “Non vi si pensa quanto sangue costa”.
Questo profondo pensiero è centrale nel Mistero pasquale!
 Ma cosa significa questo per noi che siamo “consacrate a Gesù Crocifisso e all’Addolorata sua Madre”?
Il Risorto è Colui che ha sofferto, che è morto ed è risorto. Anche se Gesù apparve e si manifestò ai di-scepoli in diverse circostanze, tuttavia essi non era-no ancora in grado di comprendere appieno quello che era successo. Nel Vangelo di Giovanni, leggia-mo la narrazione di quando Gesù si presentò sulla
riva del lago di Tiberiade. I discepoli sapevano che Gesù era risorto, eppure erano ancora disorientati: “Simon Pietro disse ‘Io vado a pescare’”. Voleva ritornare a ciò che gli era familiare, ciò che già conosceva. E gli altri lo seguirono: ‘Veniamo anche noi con te’.
Anche noi talvolta ci comportiamo allo stesso modo: possiamo non dubitare della Resurrezione, ma come con-cretamente diamo spazio al Cristo Risorto? Dove possiamo incontrarlo?
I particolari di ciò che accadde sulla riva del lago, in apparenza un episodio ‘normale’, rendono carico di signifi-cato la domanda.
Gesù risorto si trova:
 In ogni persona: “Gesù si presentò sulla riva, ma
i discepoli non si erano accorti che era Gesù”. Per
riconoscere Gesù Risorto è necessario guardare con
occhi nuovi le nostre sorelle e chi è attorno a noi.
Egli si trova in ogni persona, se noi abbiamo gli occhi
per riconoscerlo!
 Nella vicinanza personale: “Il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: è il Signore”. Possiamo conoscere il Signore Risorto solo trascorrendo del tempo con lui – tempo ricco di qualità e non ciò che rimane…
 Nel lavoro quotidiano: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. Il testo descrive la reale esperienza della pesca, il duro lavoro, l’attesa, la frustrazione e poi l’inaspettata cattura di una “gran quantità di pesci”. Non abbiamo dovuto aspettare fino alla fine della nostra attività per trovare Lui – Gesù Risorto è nel bel mezzo del nostro disordine, della nostra frustrazione, così come nella nostra sod-disfazione e successo – Gesù è in ogni situazione della vita. Allo stesso tempo, chiede la nostra collabora-zione: “portare un po’ del pesce che avete preso or ora”.
 Servendo una necessità umana: “Venite a mangiare”. Quando le nostre mani si protendono in modo semplice all’altro, nel dare e nel riceve, il Cristo Risorto si trova nel mezzo.
 Nell’essere Insieme: “Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce”: ed essi man-giarono insieme. Il gruppo dei discepoli si era formato attorno a Gesù risorto, condividendo tutto della sua vita.
“Per condividere la vita con la gente e donarci generosamente, abbiamo bisogno di riconoscere anche che ogni persona è degna della nostra dedizione. Non per il suo aspetto fisico, per le sue capacità, per il suo linguaggio, per la sua mentalità o per le soddisfazioni che ci può offrire, ma perché è opera di Dio, sua creatura. Egli l’ha creata a sua immagine, e riflette qualcosa della sua gloria. Ogni essere umano è oggetto dell’infinita tenerezza del Signore, ed Egli stesso abita nella sua vita. Gesù Cristo ha donato il suo sangue prezioso sulla croce per quella persona. Al di là di qualsiasi apparenza, ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giusti-ficare il dono della mia vita. È bello essere popolo fedele di Dio. E acquistiamo pienezza quando rompiamo le pareti e il nostro cuore si riempie di volti e di nomi! … La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di questo mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano. Non rimaniamo al margine di questo cammino della speranza viva!” (Evangelii Gaudium, 274, 278)
A volte viviamo in una cultura che è più preoccupata ed agitata nell’attesa di ciò che deve accadere, più che nell’assaporare l’esperienza reale e, una volta che la festa è finita, la tendenza è quella di pensare a ciò che ver-rà dopo. Perdiamo il significato delle cose perché passiamo oltre in fretta.
Per questo, vi invito ad unirvi a me, a vivere il gioioso ‘tempo di Pasqua’, in ringraziamento per tutto quello che abbiamo ricevuto: possiamo fare ciò tenendo un diario dei ‘50 Giorni di Gratitudine’, che inizieremo Giovedì Santo, appuntando per ogni giorno una parola o qualche semplice riflessione, poesia, o preghiera.
Rendiamo grazie a Dio per le 6 Juniores che il 6 aprile, in Kerala, durante gli esercizi, hanno rinnovato i Voti temporanei.
Preghiamo per la Pace – per tutti coloro la cui vita è stata lacerata dalle recenti tragedie e per coloro che lavo-rano per salvare vite umane in circostanze estreme.
Gesù Risorto infiammi il nostro cuore, così che sappia riconoscere la Sua presenza nei luoghi inattesi e possa essere colmo di gratitudine per la vita che riceve in abbondanza, da condividere in tutto il mondo.

 

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