sussidio Dicembre 2018

sussidio Dicembre 2018

Italy1.png “LA SANTITA’ A CUI IL SIGNORE CHIAMA “
 



Dalla PAROLA di DIO
Quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo.
Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Quanti dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. (Fil 3,7-17)

Dai DOCUMENTI della CHIESA
La santità è vivere in unione con Cristo i misteri della sua vita. Consiste nell’unirsi alla morte e risurrezione del Signore in modo unico e personale (20). In definitiva, è Cristo che ama in noi, perché «la santità non è altro che la carità pienamente vissuta». Pertanto, «la misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua». Così, ciascun santo è un messaggio che lo Spirito Santo trae dalla ricchezza di Gesù Cristo e dona al suo popolo (21). Per riconoscere quale sia quella parola che il Signore vuole dire mediante un santo…bisogna contemplare l’insieme della sua vita, il suo intero cammino di santificazione, quella figura che riflette qualcosa di Gesù Cristo e che emerge quando si riesce a comporre il senso della totalità della sua persona(22). Questo è un forte richiamo per tutti noi. Anche tu hai bisogno di concepire la totalità della tua vita come una missione. Prova a farlo ascoltando Dio nella preghiera e riconoscendo i segni che Egli ti offre. Chiedi sempre allo Spirito che cosa Gesù si attende da te in ogni momento della tua esistenza e in ogni scelta che devi fare, per discernere il posto che ciò occupa nella tua missione. E permettigli di plasmare in te quel mistero personale che possa riflettere Gesù Cristo nel mondo di oggi (23).
Voglia il Cielo che tu possa riconoscere quale è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita. Lasciati trasformare, lasciati rinnovare dallo Spirito, affinché ciò sia possibile, e così la tua preziosa missione non andrà perduta. Il Signore la porterà a compimento anche in mezzo ai tuoi errori e ai tuoi momenti negativi, purché tu non abbandoni la via dell’amore e rimanga sempre aperto alla sua azione soprannaturale che purifica e illumina (24). (Papa Francesco, Esortazione Apostolica Gaudete et exultate)


Dagli SCRITTI del Beato ANTONIO ROSMINIBramo scrivervi poche parole, per rammentarvi la vostra vocazione nella santità della carità. Io prego e supplico ciascuno di voi di tendere direttamente a quello a cui è chiamato, cioè alla santità che non consiste in alcuna opera di ingegno, né prodezza o gloria umana, né nel successo di imprese esteriori, ma nel praticare quelle virtù che Gesù Cristo ha mostrato in se stesso, soprattutto sulla croce: l’umiltà, la povertà, l’abnegazione, l’ubbidienza, la mortificazione, la pazienza e la carità ardente che tutte le contiene, e che non si perde in sottigliezze ma cammina con semplicità, non cerca le cose proprie ma quelle di Dio e del prossimo. In questo sta tutto l’Istituto della Carità, che voi avete abbracciato. ( E.A. Vol.II, lett.530, p. 247, Ai Fratelli dell’Istituto della Carità in Inghilterra, dal Calvario,2 ottobre 1837)
Tenete sempre davanti ai vostri occhi quale regola suprema del vostro governo il fine dell’Istituto, che è quello di procurare la santità dei membri che lo compongono. Dirigete tutte le cose in modo che si accresca questa santità in voi stesso e in tutti quelli che da voi dipendono, a imitazione di Gesù Cristo, che altro non cercò se non d’insegnare la santità, e disse ch’egli santificava sé stesso nei suoi discepoli. Le altre cose tutte debbono certo dirigersi con la maggior prudenza di cui siamo capaci, ma senza scordarsi che sono mezzi di piacere a Dio, di fare la volontà di Dio, di santificarci.
( E.A. Vol. III, lett.849, pp.142-143;a Don Pietro Hutton al Calvario di Sileby, da Stresa, 13 novembre 1844)

PREGHIAMO

Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,

non indugia nella via dei peccatori

e non siede in compagnia degli stolti;

 

ma si compiace della legge del Signore,

la sua legge medita giorno e notte.

 

Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua,

che darà frutto a suo tempo

e le sue foglie non cadranno mai;

riusciranno tutte le sue opere. (Sl 1)


ANNO PASTORALE 2018-2019
FORMAZIONE PERMANENTE
ISTITUTO DELLA CARITÀ
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE

 

 

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