sussidio 3 Dicembre 2018

““LA STRADA CHE PRODUCE FRUTTI DI BENE E DI SANTITA’”

Dalla PAROLA di DIO
9 (Gesù) disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato» (Lc 18, 9-14)

Dai DOCUMENTI della CHIESA
Desidero richiamare l’attenzione su due falsificazioni della santità che potrebbero farci sbagliare strada: lo gnosticismo e il pelagianesimo, due eresie sorte nei primi secoli cristiani, ma che continuano ad avere un’allarmante attualità. Anche oggi i cuori di molti cristiani, forse senza esserne consapevoli, si lasciano sedurre da queste proposte ingannevoli. Vediamo queste due forme di sicurezza dottrinale o disciplinare che danno luogo «ad un elitarismo narcisista e autoritario dove, invece di evangelizzare, si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare. In entrambi i casi, né Gesù Cristo né gli altri interessano veramente».(35) Gli “gnostici” concepiscono una mente senza incarnazione, incapace di toccare la carne sofferente di Cristo negli altri, ingessata in un’enciclopedia di astrazioni.(37) In definitiva, si tratta di una vanitosa superficialità: molto movimento alla superficie della mente, però non si muove né si commuove la profondità del pensiero (38). Questo può accadere dentro la Chiesa, tanto tra i laici delle parrocchie quanto tra coloro che insegnano filosofia o teologia in centri di formazione (39). A volte diventa particolarmente ingannevole quando si traveste da spiritualità disincarnata. Infatti, lo gnosticismo «per sua propria natura vuole addomesticare il mistero», sia il mistero di Dio e della sua grazia, sia il mistero della vita degli altri (40). Quando qualcuno ha risposte per tutte le domande, dimostra di trovarsi su una strada non buona ed è possibile che sia un falso profeta. Dio ci supera infinitamente, è sempre una sorpresa. Chi vuole tutto chiaro e sicuro pretende di dominare la trascendenza di Dio (41).
Il potere che gli gnostici attribuivano all’intelligenza, alcuni cominciarono ad attribuirlo alla volontà umana, allo sforzo personale. Così sorsero i pelagiani e i semipelagiani. Non era più l’intelligenza ad occupare il posto del mistero e della grazia, ma la volontà(48). Quelli che rispondono a questa mentalità «in definitiva fanno affidamento unicamente sulle proprie forze e si sentono superiori agli altri perché osservano determinate norme o perché sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile cattolico» (49). Senza renderci conto, per il fatto di pensare che tutto dipende dallo sforzo umano incanalato attraverso norme e strutture ecclesiali, complichiamo il Vangelo e diventiamo schiavi di uno schema che lascia pochi spiragli perché la grazia agisca(59). (Papa Francesco, Esortazione Apostolica Gaudete et exultate)

Dagli SCRITTI del Beato ANTONIO ROSMINI

In quanto alla dottrina, come è possibile che a me attribuiate l’opinione che a delle fredde idee e a de’ singolari concetti si possa ascrivere la rigenerazione degli uomini, anziché alla grazia di Gesù Cristo? Quanto m’inorridisce una simile proposta! in quanti luoghi non ho io scritto e stampato che tutta la possibile scienza non vale nulla per l’eterna salute, e che questa non può ottenersi, se non dalla virtù e dalla grazia di Gesù Cristo crocifisso? quante volte non ho predicato che la semplicità, e persino una innocente ignoranza, è più fortunata della umana sapienza, perchè quella ha talora il dono d’una più ferma fede, e perchè la grazia di Gesù Cristo si comunica più volentieri al cuore degli umili?…Io non faccio mai altro che inculcare la pietà, e questa sola desidero per se stessa, e in questa sola metto tutto il mio bene. Dio sa, se mai gli ho domandato cognizioni; egli sa bensì che ogni giorno gli domando la conversione del mio cuore l’emendazione de’ miei difetti, e l’essere sconosciuto e disprezzato dagli uomini.
(E.A. Vol.II, lett.417, p.83, a Don Pietro Rigler a Trento, da Marco (presso Rovereto),25 agosto 1835)
Ci riputeremo forse savi? Non sia mai vero questo, ma piuttosto diciamo incessantemente nel nostro cuore quello che diceva Salomone: “ Io sono il più ignorante degli uomini e non ho intelligenza umana; non ho imparato la sapienza e ignoro la scienza del Santo” (Pr 30, 2-3). Come mai un uomo miserabile, per quantunque cognizioni si abbia, può riputarsi qualche cosa? Questo solo riflesso può estinguere in noi ogni tentazione d’invidia o di disprezzo verso quelli che ne sanno meno di noi. Lo Spirito Santo vi riempia di sé, e di spirito i soavità, di amore , di unione perfetta. Io voglio carità e non scienza. Io temo molto la scienza, ed amo infinitamente la carità. Che la scienza non sia mai per noi alcun motivo di divisione! Che la carità ci edifichi e ci unifichi in Gesù Cristo Signore nostro. (E.A. Vol. II, lett.432, pp. 120-121; a Don Antonio Rey a Prior Park, Inghilterra, da Rovereto, 1° dicembre 1835)

PREGHIAMO

Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo
e segue con amore il suo cammino.
La bocca del giusto proclama la sapienza,
e la sua lingua esprime la giustizia;
la legge del suo Dio è nel suo cuore,
i suoi passi non vacilleranno.
La salvezza dei giusti viene dal Signore. (Sl 37)

ANNO PASTORALE 2018-2019
FORMAZIONE PERMANENTE
ISTITUTO DELLA CARITÀ
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE

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