sussidio 5 Febbraio 2019

sussidio 5 Febbraio 2019

Italy1.png “NESSUNO SI SALVA DA SOLO’”
 



Dalla PAROLA di DIO
“Alzàti gli occhi al cielo, [Gesù] disse: Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: 21perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. 22E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. (Gv 17, 1.20-22)
12Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, 13sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.
14Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. 15E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! 16La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. 17E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre. (Col 3,12-17)

Dai DOCUMENTI della CHIESA
Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio, perché «Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità». Il Signore, nella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana(6). Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità”(7). La santificazione è un cammino comunitario… Vivere e lavorare con altri è senza dubbio una via di crescita spirituale. San Giovanni della Croce diceva a un discepolo: stai vivendo con altri «perché ti lavorino e ti esercitino nella virtù»(141). La vita comunitaria, in famiglia, in parrocchia, nella comunità religiosa o in qualunque altra, è fatta di tanti piccoli dettagli quotidiani. Questo capitava nella comunità santa che formarono Gesù, Maria e Giuseppe…Ed è anche ciò che succedeva nella vita comunitaria che Gesù condusse con i suoi discepoli e con la gente semplice del popolo (143). La comunità che custodisce i piccoli particolari dell’amore, dove i membri si prendono cura gli uni degli altri e costituiscono uno spazio aperto ed evangelizzatore, è luogo della presenza del Risorto che la va santificando secondo il progetto del Padre (145). Il nostro cammino di santificazione non può cessare di identificarci con quel desiderio di Gesù: che «tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te» (Gv 17,21) (146). (Papa Francesco, Esortazione Apostolica Gaudete et exultate)


Dagli SCRITTI del Beato ANTONIO ROSMINI

Il motivo che ha spinto i membri dell’Istituto ad unirsi non è altro che quello di aiutarsi vicendevolmente, pensare all’anima, emendare i propri difetti con gli aiuti comunitari, purificarsi (CIC n.523).
Ognuno di voi, secondo lo spirito del nostro Istituto deve cooperare al miglioramento non solo di se stesso, ma anche di tutti i suoi fratelli. Ciò che prescrivono le regole contiene un esercizio sublime di delicata carità, interamente ignoto al mondo che non lo crede neppure possibile. Ciascuno di noi deve cercare di fare da parte sua tutto ciò che può, secondo il dono di Dio, per il miglioramento di se stesso e dei suoi compagni , e dopo tutti i suoi sforzi deve conservare una perfetta tranquillità e rassegnazione di spirito, aspettare tutto da Dio, e non turbarsi se tuttavia le cose non procedono con piena perfezione. Questa è una strada di pace, nella quale soavemente si va a Dio.
(A Don Alessio Martin a S. Michele della Chiusa da Domodossola, 3 marzo 1838; EC VI, lett. 3471, p. 579)
Ognuno di noi ami tenerissimamente tutti i suoi compagni in Gesù Cristo, senza eccezione alcuna. Siamo tutti un corpo: ognuno è membro del proprio nostro corpo: dunque ognuno da parte sua studi di fare quello che può per la perfetta concordia e santità delle membra. Ognuno desideri di vedere i propri compagni andare continuamente avanti nelle solide virtù. Questa carità santa, e questo impegno che ognuno prenderà nel bene spirituale di tutta la casa, ci mostrerà veri seguaci del nostro Maestro che ha detto: «Gli uomini conosceranno che voi siete miei discepoli se vi amerete l’un l’altro»” (Ai fratelli dell’Istituto della Casa di Trento, dal Calvario, 8 ottobre 1832; EC Vol. IV, lett. 1798, pp. 410-411)

PREGHIAMO

Ecco quanto è buono e soave
che i fratelli vivano insieme!
E’ come l’olio profumato sul capo,
che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste.
E’ come rugiada dell’Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre. (Sl. 133)

 


ANNO PASTORALE 2018-2019
FORMAZIONE PERMANENTE
ISTITUTO DELLA CARITÀ
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE

 

 

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