Dalla PAROLA di DIO
Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.
Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: “È un fantasma!”, e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti.
Ma egli subito parlò loro e disse: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. E salì sulla barca con loro e il vento cessò. (Gv 6, 47-51)
Dai DOCUMENTI della CHIESA
La prima di queste grandi caratteristiche [della santità] è rimanere centrati, saldi in Dio che ama e sostiene. A partire da questa fermezza interiore è possibile sopportare, sostenere le contrarietà, le vicissitudini della vita, e anche le aggressioni degli altri, le loro infedeltà e i loro difetti: «Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). Questo è fonte di pace che si esprime negli atteggiamenti di un santo. Sulla base di tale solidità interiore, la testimonianza di santità, nel nostro mondo accelerato, volubile e aggressivo, è fatta di pazienza e costanza nel bene. E’ la fedeltà dell’amore, perché chi si appoggia su Dio (pistis) può anche essere fedele davanti ai fratelli (pistós), non li abbandona nei momenti difficili, non si lascia trascinare dall’ansietà e rimane accanto agli altri anche quando questo non gli procura soddisfazioni immediate (112).
Nello stesso tempo, la santità è parresia: è audacia, è slancio evangelizzatore che lascia un segno in questo mondo. Perché ciò sia possibile, Gesù stesso ci viene incontro e ci ripete con serenità e fermezza: «Non abbiate paura» (Mc 6,50). «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Queste parole ci permettono di camminare e servire con quell’atteggiamento pieno di coraggio che lo Spirito Santo suscitava negli Apostoli spingendoli ad annunciare Gesù Cristo. Audacia, entusiasmo, parlare con libertà, fervore apostolico, tutto questo è compreso nel vocabolo parresia, parola con cui la Bibbia esprime anche la libertà di un’esistenza che è aperta, perché si trova disponibile per Dio e per i fratelli (cfr At 4,29; 9,28; 28,31; 2 Cor 3,12; Ef 3,12; Eb 3,6; 10,19). (129).
[…] il Signore ci chiama a navigare al largo e a gettare le reti in acque più profonde (cfr Lc 5,4). Ci invita a spendere la nostra vita al suo servizio. Aggrappati a Lui abbiamo il coraggio di mettere tutti i nostri carismi al servizio degli altri (130). La parresia è sigillo dello Spirito, testimonianza dell’autenticità dell’annuncio. E’ felice sicurezza che ci porta a gloriarci del Vangelo che annunciamo, è fiducia irremovibile nella fedeltà del Testimone fedele, che ci dà la certezza che nulla «potrà mai separarci dall’amore di Dio» (Rm 8,39). (132)
[…]Lasciamo che il Signore venga a risvegliarci, a dare uno scossone al nostro torpore, a liberarci dall’inerzia. Sfidiamo l’abitudinarietà, apriamo bene gli occhi e gli orecchi, e soprattutto il cuore, per lasciarci smuovere da ciò che succede intorno a noi e dal grido della Parola viva ed efficace del Risorto.(137) (Papa Francesco, Esortazione Apostolica Gaudete et exultate)
Dagli SCRITTI del Beato ANTONIO ROSMINI
Bramo che siate più abbandonato alla divina Provvidenza, e che accresciate in voi la confidenza in quel Dio che non comanda mai l’impossibile, e dà insieme col comando le forze. Non dobbiamo darci in preda allo sgomento ed al timore, anzi aumentare un coraggio superiore di gran lunga alle forze che sentiamo, perché infirma elegit Deus. La pace sia nel vostro cuore, e qualunque cosa disponga Iddio di voi, ella non vi turbi giammai. (A don G.B. Pagani a Ratcliffe College, da Stresa, 9 dicembre 1847, EA Vol. III, lett.1048, p.407)
Chi segue il Vangelo nella sua umiltà e mitezza è leale e generoso; non teme di annunciare tutta la verità che è il suo bene e di confessare Cristo; e non sa fare né per viltà, né per ingannevole speranza di produrre un bene che Dio non vuole, alcuna transazione con le massime e con lo spirito di questo mondo.
Il Vangelo basta a se stesso: Dio è tutto; il giusto nei beni eterni ha tutto il suo cuore. (A Niccolò Tommaseo a Firenze, da Domodossola, 17 ottobre 1832; EC Vol. IV, lett. 1807, p.422)
Sforzatevi di pervenire a questa alta disposizione d’animo, che l’amore sia proprio quello che faccia tutto in voi, e vi renda tutto soave e grato. A questo fortunatissimo stato giungerete certamente con la grazia divina: se concepirete con la mente l’eccellenza della carità del prossimo, nella quale consiste la sicura e vivente sapienza onde ogni opera di carità ha per questo solo un infinito valore; se nella carità verso il prossimo avrete per oggetto continuamente presente il divino Redentore Gesù. L’amore di Gesù Cristo cresca nei nostri cuori, e con esso crescerà l’uomo interiore, e si farà adulto e robusto. (Al diacono Marco Beccaria a Domodossola, da Stresa 3 dicembre 1850; EC Vol. XI, lett. 6699, pp. 150-151)
PREGHIAMO
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo,
mia potente salvezza. Nel mio affanno invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido. (Sl 18)
ANNO PASTORALE 2018-2019
FORMAZIONE PERMANENTE
ISTITUTO DELLA CARITÀ
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
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