Lettera Madre Pentecoste 2020

Lettera Madre Pentecoste 2020

Italy1.png Mie care Sorelle …

 

CONGREGAZIONE SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
VIA AURELIA, 773
00165 ROMA

Carissime Sorelle,
mentre anche quest’anno vi raggiungo per la grande Solennità di Pentecoste, la promessa di Gesù risuona chiaramente: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi … la vostra tristezza si cambierà in gioia”(Gv. 16, 20)
Le sfide che stiamo affrontando dall’arrivo del COVID-19 sono profonde e non sappiamo per quanto tempo rimarrà nelle nostre vite e quante ‘ondate’ ritorneranno. Ciò significa che le Aziende commerciali e le varie Organizzazioni dovranno lavorare in modo diverso rispetto a prima, essendo improbabile che si verifichi un “ritorno alla normalità”. È lo stesso per noi; insieme al resto del mondo, tutte ci stiamo cimentando col ‘grande sconosciuto’.
In un editoriale pubblicato il 17 aprile dalla rivista spagnola Vida Nueva, Papa Francesco espone la visione del mondo dopo la Pandemia del coronavirus ed esamina l’attuale crisi alla luce della Risurrezione di Cristo. Intitolato “Un piano per risorgere”, il messaggio richiede una rinnovata solidarietà nell’unità dello Spirito Santo, in quanto lo Spirito non può essere limitato nella sua opera, nel “fare nuove tutte le cose”.
Come le donne della tomba, il cui dolore si è trasformato in gioia dopo la risurrezione, anche i cristiani sono chiamati ad essere testimoni gioiosi della vittoria di Cristo sulla morte, pur in mezzo alla pandemia.
Riflettiamo su alcuni dei pensieri che Papa Francesco ci porta a considerare:
o Come le prime discepole che andavano al sepolcro, viviamo circondati da un clima di dolore e d’incertezza che porta a chiederci: “Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?” (Mc 16, 3). Come faremo per affrontare questa situazione che ci ha completamente sopraffatti?
o L’impatto di tutto ciò che sta accadendo, le gravi conseguenze che già si segnalano e s’intravedono, il dolore e il lutto per i nostri cari ci disorientano, angosciano e paralizzano. È la pesantezza della pietra del sepolcro che s’impone dinanzi al futuro e che minaccia, con il suo realismo, di seppellire ogni speranza.
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o A differenza di molti degli Apostoli che fuggirono in preda alla paura e all’insicurezza, che negarono il Signore e scapparono (cfr. Gv 18, 25-27), le donne, senza evadere né ignorare quello che stava accadendo, senza fuggire né scappare… seppero semplicemente esserci e accompagnare.
o Come le prime discepole che, in mezzo all’oscurità e allo sconforto, riempirono la loro borsa di olii aromatici e si misero in cammino per andare a ungere il Maestro sepolto (cfr. Mc 16, 1), così noi abbiamo potuto, in questo tempo, vedere molti che hanno cercato di portare l’unzione della corresponsabilità per accudire e non mettere a rischio la vita degli altri.
o Abbiamo visto l’unzione versata da medici, infermieri e infermiere, magazzinieri, addetti alla pulizia, badanti, trasportatori, forze di sicurezza, volontari, sacerdoti, religiose, nonni ed educatori e tanti altri che hanno avuto il coraggio di offrire tutto ciò che avevano per dare un po’ di cura, calma e animo alla situazione.
o Se abbiamo potuto imparare qualcosa in tutto questo tempo è che nessuno si salva da solo. Le frontiere cadono, i muri crollano e tutti i discorsi integralisti si dissolvono dinanzi a una presenza quasi impercettibile che manifesta la fragilità di cui siamo fatti.
o Ed è stato proprio lì, in mezzo alle loro occupazioni e preoccupazioni, che le discepole furono sorprese da un annuncio straripante: “Non è qui. È risorto”.
o In questo tempo ci siamo resi conto dell’importanza “di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale” (Lettera enciclica, Laudato si’, 24 maggio 2015, n. 13). Ogni azione individuale non è un’azione isolata, nel bene o nel male. Ha conseguenze per gli altri, perché tutto è interconnesso nella nostra Casa comune; e se sono le autorità sanitarie a ordinare il confinamento in casa, è il popolo a renderlo possibile, consapevole della sua corresponsabilità per frenare la pandemia.
o Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: ‘Rallegratevi” (cfr. Mt, 28, 9). Sono le prime parole del Risorto dopo che Maria Maddalena e l’altra Maria scoprirono il sepolcro vuoto e s’imbatterono nell’angelo. Il Signore va loro incontro per trasformare il loro lutto in gioia e consolarle in mezzo alle afflizioni (cfr. Ger 31, 13). È il Risorto che vuole risuscitare a una vita nuova le donne e, con loro, l’umanità intera. Vuole farci già iniziare a partecipare della condizione di risorti che ci attende.
Papa Francesco descrive il momento presente come un “tempo propizio” per essere aperti allo Spirito: “È urgente discernere e trovare il battito dello Spirito per dare impulso, insieme ad altri, a dinamiche che possano testimoniare e canalizzare la vita nuova che il Signore vuole generare in questo momento concreto della storia. È il soffio dello Spirito che apre orizzonti, risveglia la creatività e ci rinnova in fraternità per dire ‘presente’ (oppure ‘eccomi’) dinanzi all’enorme e improrogabile compito che ci aspetta.
Questo è il tempo favorevole del Signore, che ci chiede di non conformarci né accontentarci, e tanto meno di giustificarci con logiche sostitutive o palliative, che impediscono di sostenere l’impatto e le gravi conseguenze di ciò che stiamo vivendo.
Questo è il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrici. Lo Spirito, che non si lascia rinchiudere né strumentalizzare con schemi, modalità e strutture fisse o caduche, ci propone di unirci al suo movimento capace di “fare nuove tutte le cose” (Ap 21, 5).
In questo tempo di Pentecoste, la nascita della Chiesa cristiana, celebriamo il Dono dello Spirito Santo e l’inizio della missione della Chiesa nel mondo – una missione per portare le persone a Dio.
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Anche noi rinasciamo nello Spirito, anche durante questo periodo di “lockdown” e sofferenza; ‘aspettiamo con coraggio’ la meravigliosa libertà che lo Spirito ci dà:
pregare, discernere il dono divino nella fede e agire con gioia e speranza.
Possiamo prendere a cuore i consigli del Beato Antonio Rosmini in particolare in questo momento: egli si rivolge a ciascuna di noi: “Coraggio … Io spero nella misericordia del Signore, che tutte le tenebre saranno dileguate dall’anima vostra e si farà in essa per opera dello Spirito Santo una grande luce”. (EA Vol II, lett 419)
“Lo Spirito Santo ci dice una consolante parola per quelli che aspettano il Signore, dicendoci: Omnia tempus habent: e ciò che disse prima lo Spirito di Cristo, ripeté poi Cristo stesso in quelle parole divinissime, colle quali lasciò i suoi Apostoli, salendo al Cielo: Non est vestrum nosse tempora vel momenta, QUAE PATER POSUIT IN SUA POTESTATE. Dunque coraggiosamente aspettiamo il tempo e il momento del Signore. Questo sacrificio, col quale ci accompagniamo dolcissimamente alle ammirande disposizioni della sua Provvidenza, vale molto agli occhi suoi: è una preparazione al tempo della letizia, la cui ora suona di sovente improvvisa. Quando a Dio piacerà, lo Spirito di Gesù Cristo ci legherà strettissimamente insieme colla più soave amicizia e fratellanza, e guai ferri potranno slegare i nostri cuori? Quis me separabit a caritate Christi? Tribulatio? An angustia? … Ah che il nostro buon Dio ci doni questa carità …” (Vol II, lett 460)
Unite a Maria nel cenacolo e invocando il potere dello Spirito Santo su ogni Sorella, sulle nostre famiglie e su tutti coloro che amiamo, Auguro una felice Pentecoste, rinnovata nella grazia e nell’amore.
Buona Festa di Pentecoste unitamente alla Festa della Madonna che, riempita dello Spirito, va in fretta a visitare la cugina, Elisabetta!
Con affetto, c.m.

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