sussidio 5 2015

sussidio 5 2015

Italy1.pngAscrizione: dono di santità e sapienza per la Chiesa

 

Dalla PAROLA di DIO  

Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: “Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”. (Es 19,3-6)

Dai DOCUMENTI della CHIESA

Con questa mia lettera, oltre che alle persone consacrate, mi rivolgo ai laici che, con esse, condividono ideali, spirito, missione. Di fatto attorno ad ogni famiglia religiosa è presente una famiglia più grande, la “famiglia carismatica”, che comprende soprattutto cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale, a partecipare della stessa realtà. Incoraggio anche voi, laici, a vivere quest’Anno della Vita Consacrata come una grazia che può rendervi più consapevoli del dono ricevuto. Celebratelo con tutta la “famiglia”, per crescere e rispondere insieme alle chiamate dello Spirito nella società odierna. Il beato Paolo VI affermava: «Senza questo segno concreto, la carità che anima l’intera Chiesa rischierebbe di raffreddarsi, il paradosso salvifico del vangelo di smussarsi, il “sale” della fede di diluirsi in un mondo in fase di secolarizzazione» (Evangelica testificatio, 3). Benedico il Signore per la felice coincidenza dell’Anno della Vita Consacrata con il Sinodo sulla famiglia. Famiglia e vita consacrata sono vocazioni portatrici di ricchezza e grazia per tutti, spazi di umanizzazione nella costruzione di relazioni vitali, luoghi di evangelizzazione. Ci si può aiutare gli uni gli altri. «La vita consacrata è dono alla Chiesa, nasce nella Chiesa, cresce nella Chiesa, è tutta orientata alla Chiesa» (S.E. Mons. J. M. Bergoglio, Intervento al Sinodo sulla vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo, XVI Congregazione generale, 13 ottobre 1994). Per questo, in quanto dono alla Chiesa, non è una realtà isolata o marginale, ma appartiene intimamente ad essa, sta al cuore stesso della Chiesa come elemento decisivo della sua missione, in quanto esprime l’intima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa Sposa verso l’unione con l’unico Sposo; dunque «appartiene … irremovibilmente alla sua vita e alla sua santità» (ibid., 44).

(Lettera Apostolica del Santo Padre Francesco a tutti i Consacrati in occasione dell’Anno della Vita Consacrata, 21 novembre 2014)

Dagli SCRITTI del Beato ANTONIO ROSMINI

Conviene aver sempre presente che la nostra ascrizione non degeneri in una formalità vana o in una cotal società di nome, inutile nel regno di Dio. A tal fine, essa deve essere interamente opera della misericordia, della grazia e della provvidenza del Signore Nostro, dalla cui riconosciuta volontà debbono dipendere ed essere mossi tutti i nostri passi….Si tratta sempre di giovare alle anime, e con il loro giovamento di fare ogni bene al prossimo con inesauribile carità. Io prevedo che l’ascrizione farà grandi, anzi grandissime cose … se sarà istituita con sapienza, con la sapienza e santità di Dio, soprattutto all’inizio. Essa non si deve confondere con il terz’ordine di S. Francesco, o con le ascrizioni degli altri ordini religiosi: ha somiglianza con esse, ma è anche profondamente diversa da tali ascrizioni. Il far considerare semplicemente l’ascrizione all’Istituto come una delle ascrizioni, che si usano fare dagli altri Ordini o Congregazioni religiose, sarebbe introdurre nelle menti una falsa idea della cosa e pregiudicare al bene che potrebbe fare. Si deve astenersi dal descriverla sotto questo punto di vista; ma non si deve neppure dire espressamente e facilmente che essa sia cosa del tutto diversa, perché non è, avendo analogia con esse, e perché la cosa si deve manifestare e far conoscere da se stessa, con le buone opere più che con le nostre parole….Quando l’ascrizione generale sarà organizzata, e cominceranno a nascere nel suo seno i Sodalizi, allora se ne vedrà il gran bene; perocchè l’ascrizione generale è più passiva che attiva, tendendo a coltivare la devozione, la pietà, e soprattutto la purità di coscienza; ma i Sodalizi sono attivi, sono le mani infaticabili con le quali l’ascrizione generale eserciterà un tempo la sua carità verso il prossimo. Ma perché tutto questo riesca, è necessario che il centro dell’ascrizione, l’Istituto religioso, di cui l’ascrizione è un cotale complemento, sia forte in santità e nella sapienza governativa, cheviene comunicata dallo spirito di Nostro Signore. (EA vol II, lett. 681, pp 450-451; a Don Luigi Gentili a Grace Dieu, da Stresa, 24 gennaio 1841)

 

 

 

PREGHIAMO   (Ap 4,11;5,9.10.12)
 
 
Tu sei degno, o Signore e Dio nostro
 
di ricevere la gloria, l’onore e la potenza
 
perché tu hai creato tutte le cose
 
per la tua volontà furono create
 
per il tuo volere sussistono.
 
Tu sei degno di prendere il libro
 
e di aprirne i sigilli,
 
perché sei stato immolato
 
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
 
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
 
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
 
un regno e sacerdoti,
 
e regneranno sopra la terra.
 
L’Agnello, che è stato immolato,
 
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
 
sapienza e forza,
 
onore, gloria e benedizione.

 

 

 

ANNO PASTORALE 2014 -2015
 
FORMAZIONE PERMANENTE
 
ISTITUTO DELLA CARITÀ
 
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE

 

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