sussidio novembre 2017

sussidio novembre 2017

Italy1.png “FATE IN MODO CHE I GIOVANI “VENGANO A ME”! OGNI VITA E’ VOCAZIONE “
 



Dalla PAROLA di DIO
Il giorno dopo Giovanni il Battista stava ancora là con due suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!” E i due discepoli, sentendolo parlare così seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero: “Rabbi, dove abiti?”. Disse loro: “venite e vedrete”.
Andarono dunque con lui e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia”, e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)”.
Il giorno dopo Gesù incontrò Filippo e gli disse: “Seguimi”. (Gv 1,35-43)

Dai DOCUMENTI della CHIESA
Desidero ricordarvi le parole che Gesù disse un giorno ai discepoli che gli chiedevano: «Rabbì, dove dimori?». Egli rispose: «Venite e vedrete» (Gv 1,38-39). Anche a voi Gesù rivolge il suo sguardo e vi invita ad andare presso di lui. Carissimi giovani, avete incontrato questo sguardo? Avete udito questa voce? Avete sentito quest’impulso a mettervi in cammino? Sono sicuro che, sebbene il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare nel vostro animo per aprirlo alla gioia piena. Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. (Papa Francesco ai giovani in occasione della presentazione del Documento Preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 13 gennaio 2017) Nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perché ogni vita è vocazione. Fin dalla nascita, è dato a tutti in germe un insieme di attitudini e di qualità da far fruttificare: il loro pieno svolgimento, frutto a un tempo della educazione ricevuta dall’ambiente e dello sforzo personale, permetterà a ciascuno di orientarsi verso il destino propostogli dal suo Creatore. Dotato d’intelligenza e di libertà, egli è responsabile della sua crescita, così come della sua salvezza (n. 15). È un umanesimo plenario che occorre promuovere. Che vuol dire ciò, se non lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini? Un umanesimo chiuso, insensibile ai valori dello spirito e a Dio che ne è la fonte, potrebbe apparentemente avere maggiori possibilità di trionfare. Senza dubbio l’uomo può organizzare la terra senza Dio, ma “senza Dio egli non può alla fine che organizzarla contro l’uomo. L’umanesimo esclusivo è un umanesimo inumano”. Non v’è dunque umanesimo vero se non aperto verso l’Assoluto, nel riconoscimento d’una vocazione, che offre l’idea vera della vita umana (n. 42). ( Populorum Progressio, Lettera Enciclica di Sua Santità Palo VI, 26 marzo 1967)


Dagli SCRITTI del Beato ANTONIO ROSMINI
Sulle vicende poi della Chiesa bisogna rimanersi pienamente tranquillo, persuaso che vive Gesù Cristo, che ha ogni potestà in cielo e in terra, che fa tutto ciò che vuole, e che nulla avviene senza che sia regolato alla sua maggiore gloria, al suo più compiuto trionfo. Che dunque rimane a fare all’uomo cristiano? Lavorare la propria santificazione, purificare la propria coscienza pregare, consumarsi al fuoco d’un intero amore. E riguardo alle intraprese utili al prossimo, vantaggiose alla Chiesa? Rimanersi tranquillo in aspettazione della divina chiamata. L’uomo cristiano nel tempo stesso che sa di essere un nulla ed impotente affatto per tali cose, sa altresì che Iddio e Gesù Cristo si può servire egualmente del suo nulla e fare ciò che gli piace. Egli deve dunque aspettare se mai la divina misericordia si degni di adoperarlo come strumento a qualche sua opera, affinchè la gloria di Dio risplenda nella sua infermità. Egli non sa dunque ancora niente delle intenzioni e disposizioni divine da se stesso, e deve aspettare, ad imitazione diMaria Santissima, che gli vengano manifestate: egli non deve prevenire i decreti di Dio. Può essere che Iddio non si voglia servire di lui, e in tal
caso vivrà nella quiete e nella oscurità del suo stato naturale, in cui Dio l’ha posto, tranquillissimo, contentissimo.
Può essere che Iddio si voglia servire di lui, e in tal caso, confondendosi sempre più in se stesso per la grandezza della divina misericordia, si porgerà docile e flessibile alla divina chiamata come una verga in mano dell’uomo. Ma come conoscerà queste divine chiamate, questa divina volontà? Primieramente dalle circostanze. La principale regola per interpretarle è il sapere che Dio dispone tutte le cose con soavità. Secondo questa regola l’uomo cristiano, che nulla cerca, nulla altresì ricusa; egli non ricusa nessuna di tutte le circostanze che da sé gli si presentano da fare il bene.
(EA Vol. I, lett.74, pp.169-170; a don G. B. Loewenbruck a Domodossola, Milano, 9 agosto 1827)

PREGHIAMO
Gesù, Figlio di Dio, in cui dimora la pienezza della divinità, Tu chiami tutti battezzati “a prendere il largo”, percorrendo la via della santità. Suscita nel cuore dei giovani il desiderio di essere nel mondo di oggi testimoni della potenza del tuo amore. Riempili con il tuo Spirito di fortezza e di prudenza perché siano capaci di scoprire la piena verità di sé e della propria vocazione.
(Papa Giovanni Paolo II; dal Messaggio della 42esima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, 11 agosto 2004)

ANNO PASTORALE 2016 -2017
FORMAZIONE PERMANENTE
ISTITUTO DELLA CARITÀ
SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE

 

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