CONGREGAZIONE SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
VIA AURELIA, 773
00165 ROMA
Carissime Sorelle,
ciò che rende significativa per la famiglia rosminiana la “Festa della Cella” è il fatto storico che segna l’anniversario della nascita dell’Istituto. Cosa c’era nella mente e nel cuore di Antonio Rosmini quando iniziò la Quaresima, nel febbraio 1828, al monte Calvario? Possiamo capire la sua disposizione, nel cercare di comprendere cosa la volontà di Dio volesse da lui, dalle numerose lettere che scrisse in questo periodo vissuto nella preghiera e nel digiuno. Anche solo poche lettere, scritte nei primi cinque mesi sono a noi sufficienti per capire, poiché le sue parole ci parlano ancora oggi… La sera del mercoledì santo 1828 scrisse: “Io sono qui sopra un monte che, per la sua solitudine, e perché tutto pieno de’ misteri della passione, mi pare un paradiso pieno di dolore. Oh quanto è atto, mio caro, questo luogo a sollevarci nella eternità, in seno a Colui che la abita, in seno della sua misericordia! …. Egli si faccia il nostro essere, e sarà il nostro un essere vivo, e non più nostro, ma suo; e noi sentiremo allora quanto noi abbiamo bisogno di lui. Oh beato senso della nostra indigenza! E come saranno felici i comprensori, se non col sentire che pendono tutti da Dio, e che da lui esce continuamente ciò che hanno, che sono?”(EA. Vol l, lett. 116) Dal Calvario egli scrisse per la prima volta alla madre rivelandole i suoi sentimenti: “Un’altra cosa mi fa caro l’essere qui (ed è ben la principale), l’essere questo monticello tutto dedicato alla passione del Signore, con la Chiesa divota in casa e cappelle tutto d’intorno al Monte con dentrovi i passi della Via Crucis; una grande quiete, una vera solitudine.” (E.C. vol. II, lett. 805)
Un ulteriore approfondimento mostra la personalità del nostro Beato Padre Fondatore: “Ciò che io sento per me, che vuole il Signore, si è che non cerchi nulla, e nulla, in quanto io possa, ricusi, offerendomi a lui intieramente, senza prevenire il suo divino volere, e mettergli quasi legge: a lui essere totalmente mancipato e schiavo. Oh me felice, se potessi infinitamente a questo suo volere unirmi!” (EA. Vol l, lett 120)
Sempre nella solitudine del Monte Calvario, alcuni mesi dopo, nel luglio 1828, elabora ulteriormente: “Tuttavia Dio mi guardi di resistere a tutto ciò che la divina Provvidenza mi ordinasse, perché può ben far ella in me, come in qualunque altro, ciò che io non posso fare. Ella può suscitare de’ figliuoli di Abramo dalle pietre, ed ogni suo comando è una creazione. Egli è per questo che da tanti anni il mio piano di vita è di vivere a Lei, di non intraprendere nulla da me medesimo; ma di secondare i movimenti ch’Ella fosse per impellermi. (EA. Vol l, lett 132)
L’Istituto a cui apparteniamo risale nel tempo, è con una base sicura, essendo nato sul Monte Calvario. Attraverso l’esempio e l’ispirazione del Beato Antonio Rosmini, possiamo pregare con lui:
“Dio mi guardi di resistere a tutto ciò che la divina Provvidenza mi ordinasse, perché può ben far ella in me…”; in questo modo possiamo fare la nostra parte, consentendo alla Provvidenza stessa di guidarci, per la maggior gloria di Dio.
Con grande gioia, accogliamo le 10 Aspiranti che in questo giorno, a Muheza, diventano Postulanti e chiediamo a Dio di benedire il loro cammino di offerta di se stesse a Lui.
Buona Festa della Cella a ciascuna di voi e
Buon cammino di Quaresima.
Con affetto,c.m.
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