CONGREGAZIONE SUORE DELLA PROVVIDENZA ROSMINIANE
VIA AURELIA, 773
00165 ROMA
Roma, 6 ottobre 2020
Carissimi Confratelli, Suore della Provvidenza Rosminiane,
Figlie e Figli adottivi, Ascritte e Ascritti,
Amici e simpatizzanti della Famiglia Rosminiana,
Da diversi mesi il flagello dell’epidemia virale permane e si estende in vaste aree del mondo, alcune già costantemente colpite da sciagure, malattie. Sono eventi che mettono alla prova la fede, la speranza e la carità.
Stiamo col fiato sospeso e con la mente attenta alle informazioni, ogni giorno, più volte al giorno. Temiamo per la salute dei nostri cari, dei confratelli e consorelle, e di tutti. Ci auguriamo che si ottengano presto rimedi efficaci.
Stiamo cambiando abitudini di vita perché questo tempo è simile ad una traversata in un mare in burrasca. In questi mesi stiamo solcando un mare agitato, nel quale hanno trovato la morte già un milione di persone colpite dal virus.
Tutti condividiamo l’appello pronunciato da papa Francesco, solo, nella piazza: “Signore, salvaci”. E’ lecito pregare così, chiedere di poter sentire la roccia solida sotto i piedi, evitando il naufragio.
Mentre chiediamo per tutti liberazione e guarigione, è necessario chiederci quali saremo quando arriveremo alla sponda. Debilitati o fortificati, dispersi o uniti, latitanti o testimoni. Solo per chi fa tesoro della prova, questa sarà un aiuto per il resto della vita. Oltre che attendere la fine della tempesta, si deve affrontarla: quello che resterà sarà la virtù vissuta e la carità prodigata.
Il rosminiano e la rosminiana di domani non sarà differente da quello/a che oggi sta attraversando la prova. Anzi, nel modo come si vive oggi emerge la dimensione profetica che è propria di ogni cristiano, ma che riguarda in modo particolare la nostra vita di consacrati. La forza del profeta sta nella consapevolezza che è Dio che lo ha chiamato e incaricato di riferire che è ora di cambiare decisamente in meglio, di vivere in un certo modo. La forza maggiore sta nella certezza che la grazia di Dio vince ogni ostacolo, ogni tempesta.
Dopo san Paolo, ce lo ricorda anche il Padre Fondatore. Egli ci ha dato insegnamenti degni di grande attenzione sulla grazia, sulla Provvidenza, e li ha praticati in modo esemplare.
“Io Le consiglio, mio caro Parma (religioso citato nella mia lettera sulla fedeltà e perseveranza), a riporre tutta la sua confidenza nella grazia di Gesù Cristo: ecco la pietra sola che possa sostenere qualunque edificio. Tutto dopo ciò Le verrà bene, con tutte quelle benedizioni che coronano di buon successo i principii che vengono veramente dal Signore” (3 agosto 1832).
Questi “principii” che vengono dal Signore sono la sua grazia che illumina la mente e muove la volontà.
La grazia è stato il tema indicato nello scorso anno. Non si è potuto attuare il programma di incontri per un approfondimento condiviso. Tuttavia, i sussidi sono stati inviati, sia quelli mensili, sia le indicazioni utili per ampliare la conoscenza personale e favorire una più feconda condivisione nei gruppi.
Auguriamo un cammino virtuoso, confidando nella benedizione del Signore, l’assistenza di Maria santissima, Mater divinae gratiae, forte nel dolore e capitana, e del Beato Padre Fondatore.
Padre Vito Nardin Madre Maria Antonietta Toomey
Preposito Generale Superiora Generale
dell’Istituto della Carità delle Suore della Provvidenza Rosminiane
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